Lassù dove sta la Madonnina: o mia bela Inter, ti de dominet Milàn. Con l’accento sulla seconda vocale ma non solo, a giudicare dal punteggio. Finisce 5-1 per l’Inter, che convince negli undici partenti e con i subentri, per una cinquina di vittorie consecutive che mai s’erano viste nella storia del derby e che mai si erano disputate tutte nello stesso anno solare.
Epilogo di una partita per cui Inzaghi e Pioli non avevano giocato a fare gli illusionisti, alla vigilia, millantando soluzioni che non si sono viste. Nel 16 settembre che è anche il giorno di David Copperfield, si gioca senza sorprese: Kjaer dentro per Kalulu tra i rossoneri, nel centrocampo interista all’inizio non c’è l’ultimo eroe di San Siro, quel Davide Frattesi che solo 4 giorni aveva regalato punti all’Italia con la doppietta all’Ucraina.
Da una parte e dall’altra si gioca su muscoli e accenti semitici, con Calhanoglu e Krunic a far da play, Mkhitaryan e Reijnders a tentar da subito gli strappi. L’ultima volta che s’erano affrontati a pari punti, il vulnus del 6-0 rossonero del 2001 aveva fatto passare in subordine ogni altro dato statistico. L’Inter, reduce da quattro vittorie consecutive tra campionato, Supercoppa e Champions, 5 di fila non ne aveva mai messe insieme. Ed è proprio al minuto 5 che l’Inter passa: Thuram scappa sulla destra a Thiaw, Dimarco calcia e Mhkitaryan con un tocco liftato rompe l’equilibrio.
L’Inter sfrutta la strada che si fa subito in discesa e la spinta di San Siro per collezionare angoli e mettere lì i cugini. La prima scossa prova a darla Theo al minuto 20 con una percussione centrale, poi alla mezzora lo stesso francese su punizione infila per Leao, ma Sommer respinge. Il Milan trova coraggio e un minuto dopo è proprio Theo ad infilarsi fra tre e arrivare a tu per tu con il portiere interista, senza però trovare sponde sotto porta.
Sembra che un nuovo capitolo possa iniziare, in realtà la partita riannoda il filo del discorso: Lautaro fa correre Dumrifies a campo aperto, la palla sul secondo palo è raccolta da Thuram, che controlla senza che Thiaw possa contrastarlo: sassata nel sette e 2-0 al minuto 39. Nel diluvio della ripresa la prima zampata è di Leao: Giroud è solo e imbuca nello spazio il portoghese, che costringe Sommer a raccogliere per la prima volta in stagione la palla dalla rete.
Si apre la porta girevole dei cambi e porta forze fresche su un campo che si appesantisce. Carlos Augusto di destro fa allungare Maignan, ma è Mhkitaryan a chiuderla: Lautaro raccoglie una palla lunga e aspetta l’arrivo dell’armeno, che infila sul primo palo il 3-1. Si accendono le luci a San Siro, quelle dei telefonini dei tifosi che indicano la via a Calhanoglu: c’è lui, da ex, a segnare dal dischetto dopo che Theo allunga il piede su quello di Lautaro. Nel finale, Frattesi su assist centrale di Mhkytarian regala l’apoteosi all’Inter e contribuisce a riscrivere la storia: mai s’erano contate 5 vittorie consecutive dell’Inter e l’algebra del 2023 mette in risalto numeri che non servono algoritmi per elaborare nella loro evidenza.
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