“Sentiamo forte il supporto del sistema Paese per questa nostra coraggiosa iniziativa. Noi come azienda campana abbiamo deciso di restituire al territorio un po’ di quanto abbiamo avuto nel nostro percorso di crescita”.
Lo ha detto Felice Granisso, ceo di Tea Tek, l’azienda che ha rilevato lo stabilimento ex Whirlpool di Napoli dove si costruivano elettrodomestici. Una lunga vertenza che è stata aperta quattro anni fa quando la multinazionale ha deciso il suo disimpegno su Napoli.
E da allora gli operai non mollato, presidiando sempre la struttura e sollecitando una ripresa produttiva. Nello stabilimento di via Argine tra un paio di anni, al massimo, non si produrranno più lavatrici ma panelli fotovoltaici.
Oggi c’erano anche loro, figli al seguito, dinanzi ai cancelli dello stabilimento per accogliere il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. Ed erano visibilmente emozionati perché nel giro di un anno e mezzo potranno tornare in quel sito che nel frattempo dovrà essere ristrutturato e riadattato.
Insomma una vittoria al termine di lunga battaglia per la difesa del lavoro. Gli operai hanno voluto salutare, al suo arrivo, con un lungo applauso il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, che ha seguito passo dopo passo l’evoluzione della crisi e i percorsi che hanno portato alla soluzione.
“Il Parlamento ha mantenuto gli impegni – ha proseguito Granisso – per supportare i lavoratori fino all’assunzione e ci darà il tempo di completare gli investimenti che dureranno 18/24 mesi. Completato l’investimento daremo alla città di Napoli una fabbrica bella, green, che sarà la prima fabbrica 5.0 di Napoli”.
Le prossime tappe saranno quelle della bonifica dello stabilimento, il successivo abbattimento e quindi la ricostruzione. Nel frattempo i lavoratori saranno formati per essere impegnati sulla nuova produzione grazie al sostegno della Regione Campania ma “siccome il mercato delle energie rinnovabili corre – ha concluso Granisso – e noi non possiamo perdere quote di mercato, progressivamente – a partire dai prossimi sette/otto mesi – immetteremo al lavoro, presso lo stabilimento di Acerra, alcuni addetti e ridurremo così anche l’impatto del costo degli ammortizzatori sociali”.
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