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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 31 Gennaio 2025 - 07:46
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Demenze, Sno: “In Italia 1,5 milioni persone affette, ma cifra sottostimata. Mancano studi”

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Prof. Sorbi: “Strutture residenziali sono poche, private e costose. E’ problema sociale”. Dalle demenze giovanili a quelle evitabili da alcol. Traumi e Carenze di vitamina B1. Focus su disturbi del linguaggio. Esperto: “Riconoscere stress da patologia? Non facile”. I temi al centro del 62esimo congresso nazionale dei neurologi.

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La demenza รจ un lento e progressivo declino della funzione mentale che include memoria, pensiero, giudizio e capacitร  di apprendimento. Si manifesta per lo piรน nelle persone di etร  superiore ai 65 anni, ma puรฒ colpire anche prima.

Tuttavia, la demenza รจ una patologia e non fa parte dellโ€™invecchiamento normale: molte persone di oltre 100 anni non ne soffrono. Solitamente la demenza si manifesta come un disturbo cerebrale senza altre cause (il cosiddetto โ€˜disturbo cerebrale primarioโ€™), ma puรฒ essere causata da molte patologie.

Tra le cause comuni di demenza cโ€™รจ la malattia di Alzheimer: circa il 50% degli anziani che soffrono di demenza, infatti, ha la malattia di Alzheimer. A parlarne รจ stato il professor Sandro Sorbi, ordinario di Neurologia presso lโ€™Universitร  di Firenze, tra i maggiori ricercatori italiani sullโ€™Alzheimer, in occasione del 62esimo Congresso Nazionale della SNO – Scienze Neurologiche Ospedaliere, in corso a Firenze.

Ma quante persone oggi in Italia sono colpite da demenza? I numeri della patologia, ad oggi, si basano solo su stime. โ€œGli ultimi buoni studi sulle demenze nel nostro Paese risalgono alla fine del โ€˜900. Fare studi epidemiologici รจ estremamente costoso e nessuno ci investe piรน- ha fatto sapere il professor Sorbi- La stima in Toscana, dove lavoro, รจ abbastanza rilevante: si parla di circa 100mila pazienti affetti da demenza.

In Italia la stima รจ invece di circa 1,5 milioni di persone, ma nessuno li ha โ€˜contatiโ€™ negli ultimi anni per i motivi che dicevo. La cifra secondo me รจ sottostimata perchรฉ considera le forme conclamate, mentre ormai la ricerca e la clinica si occupano sempre di piรน di pazienti nella fase precocissima.

Questo perchรฉ le future nuove terapie, giร  in uso negli Stati Uniti, anche se non sappiamo se sono realmente efficaci, sono rivolte a pazienti โ€˜precliniciโ€™, cioรจ con minimi segni clinici ma evidenza e test di malattiaโ€. Le proiezioni demografiche mostrano una progressione aritmetica di tale indicatore fino a giungere nel 2051 per l’Italia a 280 anziani per ogni 100 giovani. Sono pertanto in aumento tutte le malattie croniche, in quanto legate allโ€™etaฬ€, e tra queste le demenze.

La demenza si manifesta per lo piรน in soggetti over 65, ma puรฒ colpire anche prima. Dโ€™altronde la storia delle demenze โ€œinizia con i giovaniโ€, da quando nel 1906 lo psichiatra e neuropatologo Alzheimer descrisse la malattia per la prima volta in una donna di 46 anni.

โ€œI primi pazienti con Alzheimer studiati allโ€™inizio del โ€˜900 erano tutti relativamente giovani- ha raccontato il professor Sorbi- vero รจ che gli anziani morivano prima e non arrivavano a 90 anni di etร . Oggi le demenze sono malattie ad alta incidenza nel corso della vita, in particolare in quella adulta. Ma di fatto esistono le demenze giovanili, compresa la forma ad esordio precoce della malattia di Alzheimer. Anche in questo caso, perรฒ, ci sono purtroppo pochi studi epidemiologiciโ€.

Le forme piรน comuni di demenza sono alcune degenerative, come la malattia di Alzheimer, oppure le demenze โ€˜fronto-temporaliโ€™, forme degenerative che tendono ad essere piรน precoci rispetto allโ€™Alzheimer, e le demenze associate a parkinsonismi. Capitolo a parte รจ rappresentato invece dalle cosiddette โ€˜demenze evitabiliโ€™, in particolare tre: la demenza alcolica, la demenza traumatica e la demenza da carenza di vitamina B1.

โ€œLa prima, la demenza alcolica, esiste in tutto il mondo compreso il nostro Paese. Per questo- ha detto il professor Sorbi- si raccomanda ai giovani di non bere alcolici tutti i giorni e di farlo con moderazione, perchรฉ cโ€™รจ il rischio di favorire lo sviluppo delle demenze. Ricordiamo che la Organizzazione Mondiale della Sanitร  non pone limiti particolari perchรฉ le prove dimostrano che la situazione ideale per la salute รจ non consumare affatto alcol.

La seconda รจ la demenza traumatica: piccoli traumi ripetuti causano dei meccanismi didegenerazione che possono condurre, dopo anni, alla demenza. A tale proposito le Federazioni Calcistica degli Stati Uniti dโ€™America e del Regno Unito hanno vietato i colpi di testa nei giovani apprendisti giocatori che hanno meno di 10 anni. La terza demenza evitabile, quella da carenza di vitamina B1, รจ piรน frequente nella popolazione adulta anziana, con cattiva alimentazione e cattivo assorbimentoโ€.

Infine, fra le demenze secondarie dobbiamo ricordare le demenze vascolari, ed anche il rischio per queste forme puรฒ essere ridotto con un buon controllo dei ben noti fattori di rischio vascolare, lโ€™ipertensione arteriosa, lโ€™iperlipidemia, il diabete, la fibrillazione atriale, il sovrappeso, lo scarsa attivitร  fisica.

Ma ad essere colpiti dalle demenze, sono in maggior numero gli uomini o le donne? Anche di questo ha parlato lโ€™esperto: โ€œLa numerositร  รจ maggiore nelle donne perchรฉ lโ€™incidenza aumenta con lโ€™etร  e sappiamo che un numero maggiore di donne, rispetto agli uomini, arriva fino ai 90 anni dโ€™etร .

Quanto alla percentuale, perรฒ, non รจ molto diversa tra i due sessi. Le demenze giovanili sono invece piรน frequenti negli uomini, perchรฉ รจ tra loro che alcol e traumi sono piรน diffusiโ€. Parlando dei primi segnali di riconoscimento della patologia, tutte le demenze โ€œiniziano con pocoโ€, purtroppo e per fortuna: purtroppo per il clinico, per fortuna per il paziente.

โ€œIniziano con un difetto di una delle funzioni cognitive, un tempo si diceva sempre con la memoria, ma non รจ cosรฌ- ha spiegato il neurologo- ci sono demenze fronto-temporali, che iniziano per esempio nei lobi frontali, per chi i primi sintomi possono essere un cambiamento del carattere, una minore attenzione alla cura personale, una minore capacitร  di concentrazione, di attenzione o di programmazioneโ€.

Inoltre, ci sono le demenze che iniziano con i disturbi del linguaggio: โ€œIn alcune persone il linguaggio diventa povero e si โ€˜perdonoโ€™ le parole: si tratta dei tipici pazienti che dicono โ€˜mi dai quella cosa?โ€™ oppure โ€˜quella cosa per fare quelle coseโ€™, anche se memoria e orientamento sono buoni nelle fasi iniziali.

Altri pazienti perdono invece lโ€™uso semantico del linguaggio, quindi se gli dici โ€˜cavatappiโ€™ loro pensano ad un cacciavite, perchรฉ per loro il termine rientra nel capitolo degli attrezzi ma non individuano esattamente lโ€™oggetto nella sua precisioneโ€. E ancora, esistono demenze con un disturbo dellโ€™esplorazione spaziale: โ€œProprio di recente un mio paziente mi raccontava che vedeva un foglio sul tavolo, lo voleva prendere ma non capiva bene dove fosse- ha raccontato Sorbi- Quindi da un lato vedo il foglio dallโ€™altro non lo capisco, questo perchรฉ la parte posteriore del cervello che si occupa di esplorare lo spazio per raccontarci cosa cโ€™รจ ce lo racconta maleโ€.

La nostra, intanto, รจ una societร  caratterizzata da una perenne e frenetica corsa, con donne e uomini oggi sempre piรน affannati. Qual รจ il confine tra stress e patologia? O meglio: quando iniziare a preoccuparsi se, durante una giornata impegnativa, ci si dimentica di una parola oppure di fare qualcosa?

โ€œQuesto รจ un aspetto molto interessante- ha commentato il neurologo- anche perchรฉ noi sempre di piรน vediamo in ambulatorio persone che ci raccontano di fare molte cose ma sempre con piรน fatica. Quello che possiamo fare รจ studiarle: come prima cosa va fatta una valutazione neurocognitiva estesa per controllare se i punteggi della valutazione sono adeguati per livello di scolaritร , competenze ed etร  del soggetto.

Poi il test va ripetuto, perchรฉ un soggetto funzionante bisogna studiarlo in maniera approfondita. Dagli inizi degli anni Duemila abbiamo individuato una nuova categoria di โ€˜non malatiโ€™, con disturbo soggettivo di memoria, alcuni dei quali potrebbero essere nella fase iniziale di malattia. Li stiamo studiando per cercare di cogliere aspetti che possano permettere di predire chi andrร  incontro ad una malattia oppure noโ€.

Fatta questa premessa, รจ โ€œmolto difficile”, secondo lโ€™esperto, individuare chi effettivamente รจ allโ€™inizio di una malattia oppure รจ semplicemente stanco e stressato. Tra i fattori di protezione da qualunque forma di demenza, รจ emerso ancora dalla relazione del professor Sorbi, cโ€™รจ la scolarizzazione. โ€œChi รจ piรน scolarizzato รจ a maggior rischio di avere una patologia ma non di manifestarla, perchรฉ il nostro cervello compensa- ha fatto sapere- Se al soggetto non viene in mente la parola โ€˜bicchiereโ€˜ puรฒ dire โ€˜caliceโ€™.

Mi รจ capitato di avere pazienti โ€˜genialiโ€™, parliamo di scienziati di alto livello internazionale, che lamentavano il fatto di percepire di non funzionare piรน come prima. Il paziente in questione aveva quindi la percezione di un minimo difetto ma in un livello altissimo: ai test neuropsicologici otteneva i punteggi piรน alti ma la sua Pet cerebrale mostrava giร  aree di ipometabolismo nelle regioni che vengono colpite inizialmente dalla malattia di Alzheimer e un anno dopo la malattia era clinicamente manifesta. Lui aveva insomma percepito qualcosa che i nostri test, fatti per essere applicati alla popolazione generale, non erano in grado di documentare”.

Un problema, questo, dunque legato allโ€™alta scolarizzazione. โ€œMa cโ€™รจ un altro elemento molto importante, evidente negli studi di tutto il mondo: la scolarizzazione ritarda lโ€™insorgenza della clinica della malattia. Io potrei avere la patologia Alzheimer che giร  sta aggredendo il mio cervello ma stare ancora clinicamente bene, mentre se non fossi stato istruito magari cinque anni fa giร  avrei avuto i primi disturbi di memoria.

La scolaritร - ha spiegato il professore- รจ uno degli elementi piรน provati di protezione da qualunque forma di demenza: quello che noi pensiamo รจ che forse ritarda lโ€™insorgenza, ma potrebbe darsi anche che proteggaโ€. Altri fattori che proteggono sono la socializzazione, svolgere unโ€™attivitร  lavorativa che dia soddisfazioni e fare attivitร  fisica.

โ€œSul benessere dellโ€™attivitร  fisica esiste un modello animale- ha fatto sapere Sorbi- se mettiamo in due gabbie distinte due topi con la stessa mutazione genetica che causa in questi animali una forma di demenza e ad uno, il โ€˜topo maratonetaโ€™, diamo un tapis roulant mentre allโ€™altro solo cibo, il disturbo cognitivo viene al topo โ€˜pigroโ€™ e non a quello maratonetaโ€.

Infine, il professor Sorbi ha voluto sottolineare un aspetto etico ma anche economico che riguarda i pazienti con demenze, ma soprattutto le loro famiglie: โ€œIn Italia le strutture residenziali per pazienti con demenza sono poche, quasi tutte private e costose: per una degenza si puรฒ spendere fino a 4- 5mila euro al mese.

Esiste un contributo comunale e regionale che copre solo una piccola parte e solo quelle famiglie che hanno un reddito molto basso. รˆ un problema sociale rilevante. Quanto allโ€™aspetto etico, che segnalano le famiglie dei pazienti, anche attraverso le associazioni, รจ che seguire il paziente รจ demandato ai familiari. Ma una moglie o un figlio non รจ detto che si sentano sempre in grado o vogliano farlo. Il problema รจ che, di fatto, non cโ€™รจ alternativa perchรฉ non cโ€™รจ unโ€™adeguata organizzazione dellโ€™assistenza di questi pazientiโ€.


Articolo pubblicato il giorno 29 Settembre 2023 - 12:58



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