Arzano. Sta destando scalpore la realizzazione di un capannone industriale al posto di un piccolo manufatto sulla centralissima via Atellana.
Il titolo rilasciato dal dirigente riguarderebbe la realizzazione dell’identica cubatura abbattuta ma, come sempre accade in città, l’assenza di controlli e la scarsa propensione a rispettare le norme edilizie fa il resto.
Ed ecco spuntare in pieno mese di luglio, con tanto di getto si solaio, un mega capannone per il ricovero di auto in difformità rispetto al titolo edilizio e costruito sul muro di cinta. E non è nemmeno tanto difficile scorgere le differenze da Google maps.
Ad Arzano, territorio devastato da decenni dal cemento selvaggio, l’abuso edilizio è una pratica che non passa mai di moda. Come non passa di moda la scarsa capacità di emettere e far rispettare le ordinanze di abbattimento da parte dell’ufficio tecnico.
E per capire l’entità del fenomeno, basterebbe farsi un giro nella zona denominata ex macello che comprende numerose strade tra cui via Aruta, via Pescatore, Via Barbato, etc. Case e villette costruite al disotto dei muri di contenimento per renderle invisibili alla vista.
Senza contare gli scarsi controlli sulle riconversioni industriali. Intanto la politica si crogiola per l’approvazione del PUC per molti sconosciuto ma che potrebbe riservare evidenti sorprese per alcuni “fortunati” approfittando della scarsa conoscenza dello strumento urbanistico e del territorio di molti amministratori.
Claudio Galeazzi
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