A ristoratori 'Don Alfonso 1890' assegnato premio alla carriera
Il presidente Unioncamera premia i coniugi Alfonso e Livia Iaccarino.
A Don Alfonso 1890, a Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli), viene assegnato il premio alla carriera per i primi 50 anni del ristorante-icona dell’ospitalità e della Dieta mediterranea.
Il premio, nel contesto di “Agrifood Future”, la cinque giorni organizzata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno per discutere sul futuro del settore dell’agroindustria, è stato conferito dal presidente nazionale di Unioncamere Andrea Prete ai coniugi Alfonso e Livia Iaccarino, “per aver diffuso – si legge nelle motivazioni – la cultura dell’alimentazione mediterranea in tutto il mondo e per aver rilanciato il territorio campano quale hub alimentare a livello internazionale, contribuendo allo sviluppo di tutto il sistema imprenditoriale. Grazie al lavoro di tutta la famiglia Iaccarino, pionieri della valorizzazione della biodiversità in tavola e attenti alla salute del pianeta e dei consumatori, grandi passi avanti sono stati fatti.”
Il Don Alfonso 1890 – primo ristorante del Sud Italia a ottenere tre stelle Michelin – è stato un pioniere sul piano dell’attenzione e della cura per l’ambiente fin dall’apertura del ristorante, nel 1973, quando Livia ed Alfonso Iaccarino portavano cartoni e bottiglie di vetro nei centri di raccolta differenziata.
Nel 1990 Livia ed Alfonso decisero di acquistare quella che oggi è nota come “Le Peracciole”: sette ettari di terreno immersi nel bellissimo scenario di Punta Campanella, uno dei luoghi più suggestivi della Penisola Sorrentina di fronte a Capri dove si coltivano le materie prime alla base dei piatti proposti nel ristorante. Le buone pratiche sostenibili e gli obiettivi raggiunti dal Don Alfonso 1890 hanno permesso al ristorante di prendere la Stella Verde Michelin nella sua prima edizione. “Per noi la sostenibilità è un valore imprescindibile.
Però non significa solo conservazione della natura e protezione dell’ambiente, essenziali sono anche management, che punta ad avere un’organizzazione con risorse finanziarie e personale qualificato; l’area socio-economica che si concentra sulla forza lavoro locale; e la sostenibilità culturale che promuove il paesaggio e i prodotti autentici” spiega Iaccarino.
In ogni piatto. oltre a utilizzare prodotti di stagione del territorio, limitando così le emissioni di CO2 dovute ai trasporti, Alfonso e il figlio chef Ernesto Iaccarino si impegnano anche nella selezione di ricette che evitano la produzione di rifiuti.
L’80% delle materie prime utilizzate in cucina proviene da fornitori locali e dai monti dell’Irpinia, con i quali è stata condivisa la scelta sostenibile adottata, stringendo accordi che prevedono l’eliminazione, laddove possibile, di imballaggi usa e getta a favore di contenitori riutilizzabili. Questa semplice azione evita ogni anno l’utilizzo di circa 200 sacchetti di plastica.
L’attività rimarrà chiusa fino alla primavera 2024 e questo anno sarà interamente dedicato alla ristrutturazione radicale dell’azienda nell’ottica della sostenibilità a 360° “Zero emissioni”, “Zero waste” e “Gestione delle acque” sono tre obiettivi portanti su cui si basa il progetto.
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