Visita, questa mattina, al carcere di Poggioreale, dove sono recluse 2.020 persone a fronte delle 1.639 previste dalla pianta organica, per il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, e per il collega di Napoli, Don Tonino Palmese.
I Garanti hanno visitato insieme i padiglioni Venezia (sex offender), Roma (tossicodipendenti), Avellino (alta sicurezza), Milano, San Paolo (S.A.I.) e Firenze. “C’è bisogno di ascolto, non tanto per essere giustificati, ma accompagnati in un percorso di riscatto”, ha detto al termine della visita Don Palmese.
“Ho rivisto dopo tanti anni ciò che mi aspettavo di non vedere: c’è precarietà abitativa, manca l’essenziale per sostenere con dignità la permanenza in Istituto, anche a dispetto di tutti quelli che dicono che in carcere i detenuti stanno bene. Magari. Dovrebbero stare bene per poter espiare la pena e riavviare dignitosamente la loro esistenza”.
Nell’Istituto di Poggioreale, segnala una nota del Garante campano, ci sono detenuti con sofferenza psichiatrica con solo 2 psichiatri presenti, a fronte dei 4 previsti.
“In ogni reparto visitato e per ogni storia ascoltata, i punti centrali sono il diritto alla salute e alla vita. L’art. 32 della Costituzione – ha ricordato Ciambriello – è l’unico in cui il diritto alla salute viene dichiarato come fondamentale. Nel carcere mancano assistenti sociali, psicologici, tanto che gli agenti di Polizia Penitenziaria sono quelli che si trovano a sopperire le mancanze dei medici e di queste figure sociali: così il carcere scoppia”.
Ciambriello e Palmese, reclamano insieme, ancora la nota, “più personale, soprattutto per i detenuti tossicodipendenti, perché ci sono solo 3 medici che operano oltre a Poggioreale anche al carcere di Secondigliano e all’I.P.M. di Nisida. C’è bisogno di più figure professionali di sostegno al S.E.R.D. Il carcere non può essere un luogo di cura per queste categorie di persone fragili”.
Sono 2.020 i detenuti presenti all’interno dell’Istituto penitenziario a fronte dei 1.639 previsti dalla pianta organica. E’ il dato reso noto oggi in occasione della visita nel carcere di Poggioreale di Samuele Ciambriello e don Tonino Palmese, rispettivamente garante campano e cittadino dei reclusi.
“C’è bisogno di ascolto – ha detto all’uscita Palmese – non tanto per essere giustificati, ma accompagnati in un percorso di riscatto. Ho rivisto dopo tanti anni ciò che mi aspettavo di non vedere: c’è precarietà abitativa, manca l’essenziale per sostenere con dignità la permanenza in Istituto, anche a dispetto di tutti quelli che dicono che in carcere i detenuti stanno bene. Magari! Dovrebbero stare bene per poter espiare la pena e riavviare dignitosamente la loro esistenza”.
Nell’Istituto di Poggioreale ci sono detenuti con sofferenza psichica ma solo due psichiatri in servizio, a fronte dei quattro previsti. “In ogni reparto visitato e per ogni storia ascoltata, i punti centrali sono il diritto alla salute e alla vita. L’art. 32 della Costituzione è l’unico in cui il diritto alla salute viene dichiarato come fondamentale. Nel carcere mancano assistenti sociali, psicologici, tanto che gli agenti di Polizia Penitenziaria sono quelli che si trovano a sopperire le mancanze dei medici e di queste figure sociali: così il carcere scoppia”, avverte Ciambriello.
I due garanti si associano nella richiesta di più personale, soprattutto per i detenuti tossicodipendenti, “perché ci sono solo tre medici che operano oltre a Poggioreale anche al carcere di Secondigliano e all’I.P.M. di Nisida. C’è bisogno di più figure professionali di sostegno, il carcere non può essere un luogo di cura per queste categorie di persone fragili”.
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