Sono 120 i terremoti rilevati in via preliminare nell’area dei Campi Flegrei dove, dall’1:57, è in corso uno sciame sismico. Gli eventi hanno una magnitudo compresa tra 0 e 3.6, come ha comunicato l’Osservatorio Vesuviano all’amministrazione comunale di Pozzuoli.
“La Campania e’ un territorio fragile e delicato. Bisogna aver una cultura di convivenza con il rischio”. A parlare e’ il direttore regionale della Protezione civile della Campania, Italo Giulivo, riferendosi allo sciame sismico che in queste ore e’ tornato ad allarmare i residenti nell’area di Campi Flegrei.
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Giulivo questa mattina si e’ subito messo in contatto con l’Osservatorio vesuviano dell’Ing e con il direttore, Mauro Di Lieto, ha fatto il punto della situazione. “Lo sciame – spiega – si colloca in uno scenario ben noto ed evolutivo, nell’ambito di quello che e’ il volume dove si sono verificati gia’ tutti gli sciami precedenti”.
“Abbiamo sentito i vigili del fuoco del Comune di Napoli e del Comune di Pozzuoli per verificare se c’erano danni, ma al momento nulla di preoccupante”. Giulivo, di recente, su richiesta del sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, aveva incontrato insieme al capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, i cittadini dei Campi Flegrei per rispondere alle loro domande su questi mesi di bradisismo accentuato.
Inoltre, il fenomeno e’ al centro anche di una campagna, ‘Io non rischio’, che la Protezione civile regionale ha adottato per diffondere le best practice e gli strumenti per affrontare come cittadini scenari complessi come quelli di una emergenza dovuta a catastrofi naturali.
Terremoti ai Campi Flegrei, la paura tra i residenti
“Non so come spiegare, e’ come se fosse il bollore di una pentola. Sentiamo che sale, si avvicina sempre di piu’, corre e poi esplode. Lo sentiamo da lontano che sta arrivando una scossa”. Ha spiegato una donna che poi chiama al telefono l’anziana madre Nicoletta, che e’ poco distante e vive con una badante.
“Non cammina piu’ e ogni volta penso a come fare se si dovesse davvero scappare”, sottolinea. Ma “la signora non si e’ accorta di nulla”, la rincuora Sofia la ragazza bulgara che l’accudisce. Luca e Ciro lavorano in un cantiere nei pressi della Cumana di Arco Felice. Sono proprio addetti a misurare i dislivelli degli edifici, uno in particolare, che e’ lesionato addirittura dal terremoto del 1980. Il primo e’ di Pozzuoli, l’altro di Napoli.
“Ho sentito il boato, io la chiamo la botta, ma questa mattina e’ stata fortissima”, dice Luca. E poi “l’acqua bolle”. E’ l’acqua che circonda il Tempio di Serapide, che si trova nel porto di Pozzuoli e il cui livello si alza e si abbassa a seconda del livello di bradisismo. I residenti raccontano che bolle quando si sta preparando un terremoto forte.
“Lo dicevano i nostri nonni e noi abbiamo paura” spiega Lucio, che fa il pescatore e vende con un chioschetto ai bordi delle strade: “Bolle, vuol dire che si alza e si abbassa”. Nessuna prova scientifica, sia chiaro, ma non e’ l’unico che in zona si affida a quel segnale. “Siamo su un vulcano, sappiamo che viviamo appesi”, dice Tonio.
Un ex marinaio: “Noi siamo fatti di polvere e zolfo”
Lui e’ un ex marinaio, ha lavorato per anni tra Procida e Ischia e “poi ogni volta che tornavo mi rendevo conto che eravamo in pericolo”. Ma i figli e i figli degli figli (ha sei nipoti) hanno deciso di restare dove sono nati. “Noi siamo fatti di polvere e zolfo”, chiosa filosofico.
Articolo pubblicato il giorno 18 Agosto 2023 - 14:20