Ha ammesso tutto il pescivendolo assassino Salvatore Ferraiuolo. Ha ammesso l’omicidio della ex Anna Scala,, ha ammesso le due precedenti aggressioni. Ha ammesso le minacce. Ha ammesso anche di far uso di droghe ma ha anche spiegato che aveva pensato di sucidarsi quando è fuggito sui Colli di Fontanella dove lo hanno catturato i carabinieri di Sorrento.
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Un interrogatorio di garanzia quello svolto stamane davanti al gip Anzalone del Tribunale di Torre annunziate e alla presenza del suo avvocato, Gabriele Cimmino. L’assassino è apparso “Molto provato” anzi addirittura fonti giudiziarie parlano di “una persona dimezzata”. Un uomo in difficoltà insomma che si è reso conto, sicuramente in ritardo, di ciò che ha fatto.
Lo spiega invece a Procura di Torre Annunziata nel provvedimento di fermo emesso nei confronti dell’omicida reo confesso in cui si evidenzia anche che l’indagato è anche in grado di compiere altri reati contro la persona.
E’ stato compiuto con “inaudita ferocia” e “in spregio del rapporto sentimentale che legava la vittima e l’indagato” l’omicidio di Anna Scala, la donna accoltellata a morte dal 54enne Salvatore Ferraiuolo e trovata senza vita nel bagagliaio di un’auto, a Piano di Sorrento giovedì scorso 17 agosto.
Armato di coltello, Ferraiuolo ha atteso per oltre un’ora la ex per ucciderla. E su questo particolare si poggia l’aggravante della premeditazione contestata dagli inquirenti all’uomo, nato a Piano di Sorrento ma residente a Sant’Agnello.
Il sostituto procuratore di Torre Annunziata Federico Nesso e il procuratore Nunzio Fragliasso contestano l’omicidio aggravato dalla premeditazione, lesioni e porto d’arma da taglio e occultamento di cadavere. Poi ci sono i maltrattamenti.
L’omicidio, emerge dal provvedimento, ha avuto importanti segnali precursori: Anna aveva subìto due aggressioni in due giorni, tra il 24 e il 25 luglio, con pugni e schiaffi presi a casa di un’amica e in spiaggia.
E, in aggiunta, i danni, sempre per mano dell’ex alla sua Citroen C3 (dove poi è stata ritrovata senza vita) e le minacce di morte – “vai a togliere la denuncia… quanto torno t’acciro (ti uccido) proprio…” – per costringerla a ritirare le denunce nei suoi confronti, corredate dall’accusa di tradimento.
I pm, nel decreto, sottolineano la sussistenza del pericolo di fuga e anche importanti testimonianze: quelle rese dall’amica a casa della quale la vittima si trovata il 24 luglio quando Ferraiuolo l’ha picchiata, e le dichiarazioni dei carabinieri di Massa Lubrense e di un sottotenente della polizia locale.
Poi ci sono anche le testimonianze di chi ha visto l’assassino – vestito di nero e con un coltello in mano – fuggire a piedi dal garage dove c’era la macchina della vittima con il suo corpo nel bagagliaio. E anche le immagini del sistema di videosorveglianza comunale che ha ripreso Ferraiuolo mentre scappava in sella a uno scooter.
Al pm che l’ha interrogato dopo la cattura, Ferraiuolo ha confessato di essersi procurato il coltello e di avere atteso Anna Scala per oltre un’ora prima di ucciderla.
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