Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando l’innovazione era alla ricerca di nuovi modi per ottenere un vantaggio tattico, una visione audace prese forma nella mente di Lytle S. Adams, un dentista di Irwin, in Pennsylvania.
La storia ebbe inizio quando Adams, dopo una visita alle grotte di Carlsbad, rimase affascinato dai pipistrelli che uscivano ogni notte per cacciare insetti. Era il 1941 e il dentista aveva appena appreso la sconcertante notizia dell’attacco giapponese a Pearl Harbor. Questi eventi portarono Adams a chiedersi: “E se fosse possibile utilizzare i pipistrelli per trasportare bombe incendiarie?”.
La domanda non era campata per aria. Dopotutto i pipistrelli sono creature capaci di volare silenziosamente e di trasportare carichi che superano il loro stesso peso. Inoltre, questi animali tendono naturalmente a rifugiarsi all’interno degli edifici e altre strutture, gli obbiettivi principali di un bombardamento.
L’idea di Adams venne sottoposta al dipartimento della difesa statunitense e catturò l’attenzione di Franklin D. Roosevelt che, incuriosito dalla proposta, passò l’idea a colonnello William J. Donovan. In una nota, l’allora presidente degli Stati Uniti scrisse: “Quest’uomo non è un pazzo. Sembra un’idea stravagante, ma vale la pena esaminarla”.
La fase sperimentale iniziò con una squadra di naturalisti che catturavano pipistrelli e li sottoponevano a letargo artificiale. L’obiettivo era attaccare piccoli ordigni incendiari ai pipistrelli, consentendo loro di rilasciarli quando erano in volo.
Tuttavia, il progetto incontrò sfide inaspettate. I pipistrelli, una volta risvegliati dal letargo, spesso non riuscivano a volare adeguatamente, le bombe non si sganciavano correttamente e i pipistrelli talvolta si svegliavano troppo presto durante il volo. Queste difficoltà portarono la messa in atto del progetto, che fu definitamente cancellato nel 1944.
Articolo pubblicato il giorno 27 Agosto 2023 - 21:28