“Espana toca el cielo, Somos campeones del mundo”. Impazziscono i media spagnoli per il trionfo spagnolo nel Mondiale femminile di calcio. Nella splendida cornice dello Stadium Australia di Sydney, davanti a 75mila spettatori, è stata la Spagna a trionfare per 1-0 sull’Inghilterra grazie alla marcatura di Olga Carmona al 29′. Per la prima volta nella storia, la compagine iberica si è aggiudicata l’iride.
Un risultato non sorprendente di certo, visti i recenti riscontri ottenuti anche dal Barcellona a livello di club. La formazione blaugrana ha giocato le ultime tre finali di Champions League e ne ha vinte due, sempre con squadre composte per la maggior parte da giocatrici spagnole: una di queste, la centrocampista Alexia Putellas, ha peraltro vinto gli ultimi due Palloni d’Oro. Finora però questi risultati non avevano riguardato la Nazionale, che anzi aveva sempre deluso nei grandi tornei.
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Una Spagna vincente nata da un ammutinamento. Alla vigilia del mondiale si era incrinato il rapporto tra le calciatrici e il Commissario Tecnico della Roja, Jorge Vilda, al punto da minacciare di non indossare più la maglia della Nazionale finché a guidarla ci sarebbe stato lui. Il tutto è avvenuto tramite uno scambio di mail tra calciatrici e Federazione Spagnola: in prima istanza quindici giocatrici hanno per l’appunto dichiarato di rinunciare a rappresentare il proprio Paese dal momento che, sulla panchina, vi è Jorge Vilda, sotto la cui guida non è consentito allenarsi nelle “migliori condizioni psicologiche”.
La Federazione ha risposto picche. Dodici delle quindici firmatarie non sono state convocate e, anche nel ritiro del mondiale non sono pochi i video in cui le giocatrici dimostrano freddezza nei confronti dello staff tecnico. “Provo una gioia immensa – ha detto Vilda a fine match – Sono molto orgoglioso di questa squadra. Sono molto felice per le persone che ci stanno guardando. Abbiamo dimostrato che sappiamo soffrire, che sappiamo vincere. Siamo campioni del mondo”, ha detto.
Sette partite e sette schieramenti diversi per la Spagna. Quello scelto da Vilda per passare alla storia è stato quello formato da Cata, Batlle, Paredes, Codina, Olga, Tere, Bonmatí, Jenni, Alba, Mariona e Salma, un undici coerente con quanto dimostrato nel cammino verso la finale.
Partita equilibrata nelle prime battute a rompere e a l’equilibrio al 29′ arriva la marcatura delle spagnole: Carmona, servita da Caldentey, entra in area e con il mancino in diagonale cerca e trova l’angolo più lontano senza lasciare scampo a Earps. Da dire che le inglesi, prima di questa realizzazione, erano andate vicine alla rete con Hemp, vista la traversa colpita dalla giocatrice in questione. Sul finale, la Spagna va vicinissima al raddoppio con Paralluelo, che fa la barba al palo.
Nella ripresa la compagine campione d’Europa attacca a testa bassa, con la già citata Hemp che va vicina all’1-1, ma la chance più grande ce l’ha la Spagna al 69′ con il Calcio di rigore, ravvisato dalla VAR, per fallo di mano di Walsh. Hermoso però si fa ipnotizzare dall’estremo difensore avversario e non realizza. Un recupero fiume non cambia la sostanza, perchè sono le Furie Rosse a vincere il titolo.
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