Le classiche, imprescindibili pagine di Benedetto Croce sulle leggende napoletane tornano in libreria e arricchiscono la collana ‘Parthenope’ con cui Colonnese Editore sta rivisitando, e riportando alla luce, pregiate chicche.
Dalle “Leggende napoletane” di Matilde Serao a “Lo Spiritismo a Napoli” di Roberto Bracco a “La citta’ dolente” di Axel Munthe. In “Leggende di Napoli”, condito da una seconda parte su “Napoli borbonica” (128 pagine, 10 euro), ritroviamo il proficuo divertimento di don Benedetto per i fatti misteriosi e tenebrosi e tuttavia indagabili della storia locale. Se frugare dentro mille minuzie fu il suo intento, tutto poi si riversò a beneficio dei lettori.
Dall’Arco di Sant’Eligio al pozzo di Santa Sofia, dal coccodrillo di Castelnuovo ai “palazzi degli spiriti” tra cui spicca, naturalmente, la dimora di Raimondo di Sangro principe di Sansevero. C’è molta materia, e pretesto, per nuovi e vecchi giri tra i meandri dell’ex capitale satura di un leggendario che resta contiguo al di là del tempo. La piacevolissima prosa di Croce, tra meticolosità e sotteso umorismo, non deluse il lettore di allora né lo deluderà oggi, un secolo e rotti dopo, persino se ha solo pretese turistiche.
Quest’ultimo repechage crociano va intestato a Giuseppe Pesce, storico infaticabile, giornalista aduso a ogni “scavo” letterario di Napoli e dintorni, che firma pure l’introduzione al volume.
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