“È necessaria la nascita di una rete sociale a Caivano, la violenza si annida anche e soprattutto dove mancano i servizi, l’assistenza a domicilio, gli aiuti ‘porta a porta’ per le famiglie.
Penso ai bambini e ai disabili che vivono nel Parco Verde, dove oltre un decimo dei 40mila abitanti di quel territorio sono stipati. Quel luogo è una trincea della lotta tra Stato e criminalità, ma ancora prima della povertà vanno riequilibrati i numeri degli assistenti sociali in Comune, dei servizi forniti alla popolazione”.
Così in una nota l’eurodeputata Chiara Gemma (FdI- Ecr) componente dell’intergruppo del Forum europeo della disabilità, che interviene sul caso delle due cuginette di 12 e 11 anni che hanno denunciato di essere state stuprate da un gruppo di minorenni.
E in merito alla decisione del Governo che punta a “bonificare l’area” di Caivano e alla visita annunciata dal premier Meloni, Gemma aggiunge: “La sicurezza è al primo posto. Da circa un anno è arrivata la compagnia dei carabinieri di Caivano impegnata sul territorio nel contrasto alla criminalità, ma non basta la repressione; è necessaria l’assistenza delle istituzioni locali e sanitaria per le persone del Parco Verde”.
“Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha garantito un livello minimo di assistenti sociali con l’erogazione di un contributo economico a favore degli Ambiti sociali territoriali – continua l’eurodeputata – in ragione del numero di assistenti sociali impiegati in proporzione alla popolazione residente, si riparta da questo.
Comune e Regione possono dare una spinta all’assunzione di personale. La rete istituzionale può funzionare solo se le istituzioni si avvicinano ai cittadini e non il contrario. Ad esempio, sappiamo quante persone con disabilità vivono nel Parco?
I bambini che necessitano di terapie sono seguiti dalla rete sociale e sanitaria? La verità è che non ci sono collegamenti di trasporti pubblici adeguati per garantire una mobilità pubblica per e da il Parco Verde e su un organico che prevede 60 vigili urbani ce ne sono soltanto dieci o poco più.
Se anche questi livelli minimi di assistenza al cittadino mancano, non si va avanti. Chiederò una mappa, se esiste, delle persone con diverse abilità che popolano il Parco per successive richieste di interventi, perché nessuno deve essere lasciato solo”, ha concluso.
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