E ora qualcuno dovrebbe spiegare alla figlia, ai nipotini, a tutti i familiari ma soprattutto a tutte le donne vittime di violenze perchè quelle due denunce di Anna Scala, uccisa ieri mattina dal suo ex (che aveva appunto denunciato) non hanno avuto un immediato seguito giudiziario.
Un immediato provvedimento cautelare, come prevede il codice rosso, ovvero un divieto di avvicinamento da parte dell’assassino salvatore Ferraiuolo alla sua ex diventata ieri la sua vittima.
Un femminicidio annunciato per molti abitanti di Piano di Sorrento e Vico Equense che conoscevano la pericolosità dell’assassino. Non una ma due volte lo aveva denunciato per stalking.
Una prima volta il 24 luglio, ai carabinieri di Massa Lubrense, il giorno dopo ai militari di Piano di Sorrento. Anna Scala aveva paura, lo sapevano anche i suoi amici, la sua famiglia. La prima volta addirittura l’aveva minacciata con un coltello sulla spiaggia di Massa Lubrense ed era stato allontanato da alcuni turisti.
La vita di Anna Scala ieri è finita in pochi minuti. Il suo ex l’ha accoltellata, senza scampo. Ed ora in tanti si chiedono se poteva essere evitato l’ennesimo femminicidio. L’assassino, Salvatore Ferraiuolo, di 54 anni, nella tarda serata di ieri ha confessato.
L’uomo domani sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Torre Annunziata alla presenza del suo avvocato Gabriele Cimmino. E sempre domani alle 16 sono stati fissati i funerali di Anna Scala.
Ma c’è un prima che pesa: le denunce e l’assenza di provvedimenti cautelari a carico dell’uomo. In ambienti investigativi viene confermato che nessuna misura è mai stata stata adottata nei suoi confronti. Oggi l’autopsia sul corpo di Anna, colpita più e più volte con un coltello, alle spalle.
Ferraiuolo l’ha aspettata per oltre un’ora, poi l’ha uccisa tra le sue urla. Inutile il tentativo di difendersi: aveva una mano sul volto, Anna, quando è morta. Forse pensava di fermare così l’odio di chi un tempo l’ha amata. Ma poi tutto è finito, da tempo. Convivevano da circa 15 anni Anna e Salvatore.
Lei era mamma ed anche nonna, ma la ragazza non era figlia di Ferraiuolo. Sui social le loro foto, la vita felice che di solito si racconta. Ed invece di felice non era rimasto proprio nulla. C’erano, piuttosto, maltrattamenti, minacce, persecuzioni, liti sempre più violente.
Per questo Anna aveva deciso di lasciare la sua casa e di trasferirsi dalla madre. Sperava così di porre fine a quelle persecuzioni. Lo aveva raccontato ai carabinieri ma ieri la situazione è precipitata, per sempre.
Aveva 56 anni, faceva la parrucchiera a domicilio da quando la pescheria che gestiva con il suo compagno non faceva più affari. Anche ieri era in giro per lavoro. E stava sistemando i suoi attrezzi quando i primi colpi l’hanno raggiunta alle spalle. Ed è rimasta lì, nel portabagagli della sua auto.
I residenti della zona hanno sentito le sue urla, sono arrivati sul posto, hanno chiamato i soccorsi, qualcuno ha anche visto Salvatore che scappava. Giovedì, nella chiesa di Piano di Sorrento, c’è stata una veglia: in tanti si sono uniti in preghiera, alla presenza dei tre parroci della zona. Una veglia piena di dolore per una donna conosciuta da tutti.
E stasera a Villa Fondi gli eventi per turisti e vacanzieri, dopo lo stop di ieri, riprendono ma, tra la platea, è stata sistemata una sedia rossa, vuota, in ricordo di Anna e di tutte le vittime dei femminicidi. Intanto resta il dubbio, pieno di dolore, che forse la donna, l’ennesima vittima, poteva non morire.
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