Una cattedra su due scoperta e 200mila supplenti pronti a riempire i tanti vuoti del nuovo anno scolastico.
I posti disponibili per le immissioni in ruolo sono per il 2023-2024 81mila ma, calcoli alla mano dei sindacati, metà delle cattedre resterà senza docente. “Un danno per i precari, ma soprattutto per gli alunni”.
Il segretario generale Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile, lo dice chiaramente: “La situazione è critica” e così “non viene garantita la continuità didattica” nelle scuole.
Le criticità maggiori si riscontrerebbero in Lombardia, dove ci saranno “oltre 25mila posti da dare a supplenza“, e in Piemonte e in Veneto dove saranno 20mila.
Ma “si tratta di un problema nazionale che non si limita al Nord Italia”, sottolinea D’Aprile. Non è migliore, infatti, la situazione nel Lazio dove i supplenti sono circa 12mila, e in Sicilia, Campania e Puglia dove si attestano “rispettivamente a quota 13mila, 11mila e 10 mila”.
“Delle 800mila cattedre esistenti in Italia – spiega Antonello Giannelli, dell’Associazione nazionale presidi – 600mila sono coperte da docenti di ruolo, le rimanenti 200mila da supplenti, come accade quasi ogni anno”. Secondo il presidente, per risolvere il problema, “bisognerebbe che le scuole assumessero direttamente.
I concorsi non si possono più fare a livello nazionale e regionale perché ogni anno vanno in pensione 40mila docenti che non vengono reintegrati”. Il segretario di Uil Scuola fa anche presente appunto che le immissioni in ruolo “non raggiungeranno neanche la copertura del 50% dei posti disponibili” e cioè “81mila”.
Anche secondo Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola, la situazione è come quella dello scorso anno: la percentuale di assunzioni, che era stata del 43,94% rispetto alle disponibilità, non cresce di molto se riferita alle reali disponibilità e non soltanto al contingente di posti autorizzati (poco più di 50mila)”.
A incidere “notevolmente”, sottolinea, è il numero di nomine da Graduatorie provinciali di supplenza (Gps), “purtroppo ammesse soltanto sui posti di sostegno”. E’ per questo che secondo Barbacci occorre estendere questo meccanismo, “le assunzioni da Gps ancora una volta dimostrano che una soluzione è possibile” e “bisognerebbe renderle strutturali”.
Anche quest’anno, comunque, “si confermerà la necessità di un ricorso molto esteso al lavoro precario”, spiega la segretaria Cisl Scuola. Una situazione che, come sostiene anche D’Aprile, va a pesare sulle condizioni di lavoro e sul sistema scolastico.
Per il segretario Uil il rischio è che anche quest’anno gli alunni “possano trovarsi a dover cambiare docente tre volte, all’inizio dell’anno, per la stessa disciplina col consueto ‘balletto’ del personale”.
Intanto, una buona notizia per il mondo della scuola arriva da Flc Cgil. Sarebbero in corso di trasferimento “le risorse del Fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa (Fmof) relative anche ai compensi per le attività aggiuntive svolte dal personale docente e Ata”. Per il sindacato questo è un risultato “che si aggiunge a quello già ottenuto sul pagamento dei supplenti”.
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