Aperto il testamento di Silvio Berlusconi. Il documento contenente le ultime volontà dell’ex presidente del Consiglio e fondatore di Forza Italia, custodito dal notaio Arrigo Roveda, è stato letto a davanti a due testimoni, gli avvocati Luca Fossati dello studio Chiomenti, che già in passato aveva seguito vicende legate alle società del Cav, e Carlo Rimini.
Del contenuto sono stati messi a conoscenza anche i figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi. Nessuno dei cinque eredi, però, è stato visto entrare nello studio notarile di Milano, erano collegati d remoto durante la lettura.
Fininvest, che controlla il gruppo televisivo e Mondadori, oltre a una ricca quota del 30% di Banca Mediolanum, resta sempre saldamente in mano alla famiglia. E, da quanto si apprende, con la primogenita Marina che si avvia a un ruolo di guida. Quanto emerge dallo studio del notaio milanese Arrigo Roveda, che ovviamente rifiuta ogni commento con i giornalisti, era in qualche modo già stato anticipato dall’amico di sempre di Silvio Berlusconi.
Fedele Confalonieri ha infatti escluso “qualsiasi ripercussione in famiglia e sull’assetto delle aziende controllate o partecipate da Fininvest”, così come la possibilità di trovare “sorprese”. Il presidente di Mfe-Mediaset la settimana scorsa era presente negli uffici della holding nelle ore dell’assemblea di Fininvest, nella quale non ricopre formalmente alcuna carica.
Il tema resta la divisione del 61% della holding di famiglia che era in diretto possesso di Silvio Berlusconi. Se la ‘legittima’ di un terzo di questa quota venisse assegnata in parti uguali ai cinque figli, la maggioranza farebbe riferimento a Barbara, Eleonora e Luigi, avuti con Veronica Lario.
Se invece questa cruciale quota venisse indirizzata verso Marina e Pier Silvio, sarebbero loro ad avere il controllo della holding. La soluzione sarebbe stata trovata in una via mediana, con assegnazioni finali che non sposterebbero di molto gli equilibri tra le due parti della famiglia, ma con una formula di gestione che necessiterebbe di un consenso ampio per eventuali operazioni straordinarie. E un ruolo concretamente indicato per Marina, già presidente di Fininvest.
Non è chiaro cosa abbia destinato alla “quasi moglie” Marta Fascina: probabilmente parte del cash (alcune decine di milioni) e una “opzione” su Villa San Martino, abitata dal 1974 da Berlusconi.
All’interno della residenza ci sono quadri e medaglioni raffiguranti personaggi della famiglia Giulini (tra i quali lo storiografo Giorgio Giulini) e della famiglia Casati. È possibile viste le dimensioni, che sulla parte abitata, possa essere dato un diritto di abitazione alla Fascina.
Nel grandissimo patrimonio immobiliare, che comprende tra l’altro residenze di lusso ai Caraibi, c’è anche Villa Certosa in Sardegna. Secondo le indiscrezioni, potrebbe essere uno dei beni sui quali i figli puntano meno e in possibile vendita in tempi brevi.
Come la società calcistica del Monza, sulla quale sono già stati avviati i primi colloqui sia con Vaghelis Marinakis, l’imprenditore greco vicino al premier conservatore ellenico Mitsotakis, sia successivamente con fondi d’investimento statunitensi.
Il contenuto del testamento potrebbe essere divulgato solo dopo la registrazione, da parte del notaio, presso il Registro Generale dei testamenti, collocato all’interno del Ministero di Giustizia. La registrazione avviene per posta elettronica semplice o certificata.
Top secret su come Silvio abbia distribuito i circa 5,5 miliardi di asset del suo patrimonio nel quale verrebbero assorbite anche le donazioni certe e di un certo importo. Ci sono alcuni legati. Data la complessità dei beni, tra partecipazioni azionarie, case, ville, opere d’arte, terreni è difficile che abbia fatto assegnazioni dirette.
Bocche cucite per tutto il giorno da parte del notaio, che ai cronisti assiepati fuori dal palazzo di via Pagano si è limitato a rispondere: “Inutile stare qui, non posso dire niente, da me non saprete nulla né oggi né domani né mai”, per poi allontanarsi in sella a una moto. Nessuna comunicazione ufficiale, al momento, nemmeno da Fininvest, cassaforte dell’impero di Berlusconi.
Il figlio secondogenito Pier Silvio, presentando i palinsesti Mediaset per la nuova stagione, ha escluso al momento l’intenzione di seguire le orme del padre, morto il 12 giugno scorso a 86 anni. “Non ho intenzione di scendere in politica. Io penso che la politica sia un mestiere serio e i mestieri – ha spiegato – si studiano e si imparano, non si fanno dall’oggi al domani”.
Secondo Pier Silvio, “uno pensa di scendere in politica per dare un servizio agli italiani. Ma oggi – ha osservato – non c’è nessuna emergenza, per la prima volta dopo tanti anni in Italia c’è un governo votato dagli elettori che sta facendo del suo meglio”. Compito di Forza Italia, per l’ad di Mediaset – il quale garantisce “compattezza assoluta” con i fratelli – è dunque “garantire stabilità”.
Parola d’ordine del post Berlusconi è allora ‘continuità’, sia nelle aziende come nel partito. “Forza Italia continuerà il suo lavoro e il suo compito nel solco di quel patrimonio valoriale che il nostro presidente ci ha lasciato”, ha assicurato il coordinatore nazionale Antonio Tajani illustrando a grandi linee i contenuti e il documento politico che sarà emendato e sottoposto al voto nel corso del Consiglio nazionale di sabato 15 luglio.
Il ‘manifesto’, ha anticipato Tajani, “andrà oltre gli adempimenti programmatici, perché darà un messaggio politico preciso che partirà dall’omaggio al nostro insostituibile leader Silvio Berlusconi”.
Un testo aperto ai contributi “che arriveranno dai parlamentari, dai capigruppo, dai presidenti di Regione, dal mondo giovanile, dai seniores, dalle donne azzurre, da tutti coloro, quindi, che concretamente e con buona volontà vorranno partecipare a questa nuova fase”. Il modo migliore, secondo gli azzurri “per onorare il presidente Berlusconi, padre fondatore del nostro partito, leader insostituibile oggi e sempre”.
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