La Corte d’Assise di Appello di Napoli ha condannato a 30 anni di reclusione Salvatore Tamburrino per l’omicidio dell’ex moglie Norina Matuozzo, avvenuto il 2 marzo del 2019 a Melito.
Subito dopo il delitto, Tamburrino ammise la sua responsabilità e fornì agli investigatori, diventando così collaboratore di giustizia, elementi utili per catturare l’allora latitante Marco Di Lauro, che fu preso in poche ore.
Tamburrino si occupava infatti di rifornire di vivande il boss. Tamburrino uccise l’ex moglie a colpi di pistola a casa dei suoceri, dove la donna aveva trovato rifugio dopo la separazione.
La sentenza di oggi arriva al termine del quarto processo sostenuto da Tamburrino (difeso da Domenico Esposito, del Foro di Torre Annunziata), che in un primo momento era stato condannato all’ergastolo in primo e secondo grado, poi la Cassazione, il 5 dicembre scorso, ha annullato rinviando il procedimento ad un’altra sezione della Corte d’Appello per rideterminare la pena.
E dopo aver accolto le richieste difensive di assorbimento del reato di maltrattamenti nel reato di omicidio e dell’assorbimento del reato di detenzione dell’arma in quello di porto in luogo pubblico dell’arma.
Oggi dunque, la Corte d’Assise d’Appello ha rideterminato la pena come stabilito dalla Cassazione, annullando l’ergastolo e comminando 30 anni.
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