La Procura di Napoli vuole vederci chiaro sulla morte di Eduardo Granato, il pizzaiolo morto il 25 gennaio scorso. E per questo ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio.
Si parlò, al momento del ritrovamento del suo cadavere, di suicidio dopo essersi lanciato dal quarto piano di un palazzo in via Duomo. Le nuove indagini- come anticipato da Il Mattino- sono state affidate alla Squadra Mobile di Napoli.
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Tra le circostanze poco chiare il fatto che il suo corpo sia stato ritrovato nel cortile di uno stabile lontano da casa sua, dove nessuno lo conosceva. Il giovane pizzaiolo, particolarmente apprezzato dai suoi colleghi, dopo una cena con amici, si era fatto accompagnare nei pressi della sua abitazione.
Poi, nessuna notizia di lui fino al ritrovamento del corpo in una zona lontana da casa sua.il cortile di via Duomo, e l’intervento nell’abitazione, alle 4 del mattino, della polizia Le sorelle del giovane non hanno mai creduto all’ipotesi del gesto volontario e ritengono che Granato possa essere stato vittima di un’aggressione . E, chi lo conosceva, sottolinea che non c’era alcun motivo per cui potesse decidere di togliersi la vita.
E infatti l’avvocato Luigi Ferrandino, che ha ricevuto dalle sorelle della vittima l’incarico di seguire il caso non ha dubbi: “Eduardo Granato fu trovato morto in un palazzo di via Duomo, a Napoli, il 25 gennaio scorso in circostanze non chiare. Siamo alla ricerca di chiunque possa fornire informazioni utili a trovare il colpevole”.
Parla di un colpevole, appunto. Niente morte per un gesto estremo, come finora ipotizzato. Ferrandino sposa in pieno i dubbi delle sorelle del giovane pizzaiolo per il cui decesso si era parlato in un primo momento di suicidio.
Ma quella morte ora si tinge di giallo grazie ai dubbi alimentati sulle cause che hanno portato alla scomparsa del 28enne. Al momento del ritrovamento del cadavere si disse che Granato era morto dopo essersi lanciato dal quarto piano di un palazzo in via Duomo.
Ma ora è stato aperto un fascicolo con l’ipotesi di istigazione al suicidio mentre alla Squadra Mobile sono state affidate le indagini. Tra le circostanze poco chiare il fatto che il suo corpo sia stato ritrovato nel cortile di uno stabile lontano da casa sua (abitava in via Tarsia), dove nessuno lo conosceva.
Perchè, se voleva suicidarsi farlo in un posto diverso da quello nel quale viveva? Che senso aveva? Nessun segnale di malessere che facesse trapelare una volontà suicida. Anche gli amici di quell’ultima sera di gennaio trascorsa insieme sono rimasti sbigottiti, Eduardo era tranquillo, scherzava, rideva con loro, spiegano in coro.
La notizia dell’apertura del fascicolo da parte della Procura che rappresenta una svolta nell’attività di indagine sulla vicenda ha fatto il giro dei social con i tanti amici di Granato che plaudono alla decisione di fare chiarezza su una morte dai contorni ancora oscuri.
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