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Parte il progetto Museo Didattico della Fotografia

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Per rendere fruibile l’archivio fotografico di Francesco Jovane.

PUBBLICITA

Dopo anni di attesa, parte il progetto del Mudif (Museo Didattico della Fotografia, con sede a Sarno) inerente al recupero dell’ “archivio fotografico di Francesco Jovane”.

Un intervento decisivo e radicale per rendere fruibile un tesoro fotografico che racconta, attraverso il famoso fotoreporter Francesco Jovane, lo scorso secolo nei suoi eventi più importanti.

Il progetto di valorizzazione si articola in due fasi, la prima, quella appena finanziata tratterà: ricognizione accurata dell’intero fondo, revisione e riscontro puntuale dell’originario elenco di consistenza; intervento di pulizia e conservazione dei fototipi. Il 12 giugno 2023 è stato sottoscritto l’atto formale, secondo il quale la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania affida all’Associazione il Didrammo Aps i lavori di recupero, conservazione e valorizzazione del materiale di Jovane.

L’archivio del fotoreporter Francesco Jovane (originario di Nocera Inferiore) – acquisito al patrimonio museale il 4 luglio 2009 e dichiarato nel 2018 di interesse storico particolarmente importante, ai sensi del d. lgs 42/2004 – ha una consistenza stimata di circa 40mila fototipi in materiale negativo bianco e nero, diapositive a colori, oltre che stampe su carta fotografica. Costituisce tutta la produzione professionale di circa un cinquantennio di Francesco Jovane, uno tra i più importanti fotoreporter italiani degli ultimi sessant’anni.

Il fotografo attivo dal 1950 al 2002 (anno della sua morte) copre tutti i maggiori avvenimenti della seconda metà del Novecento italiano e internazionale. L’archivio raccolto in 33 grosse scatole di cartone è stato custodito in ambiente termoigrometricamente controllato. Non solo cronaca ma anche documentazione di fatti storici e denunce di degrado e crimini: dall’invasione sovietica in Ungheria alla Primavera di Praga, alla rivolta in Algeria, al colpo di Stato in Congo, Cile, Bolivia, alle guerre tribali tra Hutu e Tutsi; dalla tragedia delle miniere belghe di Marcinelle a quella del Vajont; dalla guerra in Indocina e in Vietnam, alla guerra del Golfo; dal degrado dei manicomi alla vita infernale dei detenuti a Poggioreale; dalla guerra di camorra, al terremoto del 1980 in Irpinia-Lucania; dall’Iran uscito dalla Rivoluzione alla caduta del muro di Berlino, a Chernobyl.

I reportage su personalità come Salvador Allende, Pablo Neruda, Umberto di Savoia, la famiglia Kennedy, Nasser, Kruscev, Kissinger. Molteplici gli eventi mondani e cinematografici come quelli con Totò e Anna Magnani, Luis Buñuel, Burton e la Taylor, Eduardo, Onassis e la Callas, De Sica e la Loren (questi ultimi sul set di Matrimonio all’italiana). Altrettanto importante il periodo di corrispondenza fotogiornalistica come accreditato presso la Zarzuela, dimora dell’allora principe Juan Carlos di Borbone, futuro re di Spagna, e poi tanta documentazione di colore, corrispondenza privata e professionale.


Articolo pubblicato il giorno 18 Luglio 2023 - 12:50


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