Domenica 23 luglio alle 19.30 Cortile centrale del Real Bosco di Capodimonte, per il terzo concerto della rassegna Naples-Paris: sulle corde della musica, a cura dell’Associazione Scarlatti, il fil rouge tra Napoli e la Francia, ci porta nella Parigi raffinatissima del primo Novecento, vibrante della musica splendida e, per certi versi rivoluzionaria, di Satie, Debussy e Poulenc, protagonista Ciro Longobardi, pianista di scuola napoletana, e grandissimo esperto del repertorio francese.
Il titolo scelto per l’edizione 2023, per la rassegna di quattro concerti, rimanda non soltanto al legame culturale tra le due grandi capitali, ma anche ai contenuti specifici della rassegna al Real Bosco di Capodimonte, dopo gli anni di stop forzato dovuto alla pandemia. Quattro concerti gratuiti, finanziati dalla Regione Campania con fondi POC e organizzati dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in collaborazione con l’Associazione Amici di Capodimonte.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Nelle sere dei concerti è aperto anche il museo fino alle 23.30 (ultimo ingresso 22.30) al costo di 3 euro.
Info: Museo e Real Bosco di Capodimonte Via Miano, 2 – 80131 Napoli T. +39 081 749 91 11 T. +39 081 749 91 30 mu-cap.accoglienza.capdimonte@cultura.gov.it
Associazione Alessandro Scarlatti Piazza dei Martiri, 58 – 80121 Napoli T. +39 081 406 011 whatsapp business +39 342 63 51 571 info@associazionescarlatti.it
Interamente dedicato al primo Novecento francese il concerto del pianista Ciro Longobardi, grande interprete di questo repertorio, nel 2021 insignito del Premio Abbiati per l’incisione del Catalogue d’Oiseaux di Messaien. Il programma si apre con le composizioni di uno dei più grandi innovatori e sperimentatori della storia della musica, Erik Satie. Fu probabilmente il primo grande irregolare della musica moderna.
Se le Gymnopédies, che nel titolo alludono a danze dell’antica Sparta, ben si accostano alla suite di brevi schizzi dedicati a sport e passatempi (Sports e Divertissements, appunto), non può passare inosservato il contrasto tra la ritualità quasi ieratica delle prime e lo humor giocoso dei secondi: un contrasto tra mistero e ironia che può senza dubbio definire – in un ossimoro – la figura rivoluzionaria del compositore francese. Nonostante fosse un po’ appartato rispetto al mainstream parigino a cavallo tra XIX e XX secolo, Satie riuscì ad ergersi a protettore di un gruppo di giovani compositori (il “Gruppo dei Sei”), tra cui Francis Poulenc.
Animati da profondo “antiromanticismo” e da una tendenza alla restaurazione neoclassica, furono anche alfieri di una sorta di (apparente) disimpegno in musica. In tal senso le Improvisations di Poulenc rappresentano una sintesi esemplare tra gioiosa vitalità e momenti di malinconia. Wagner non era l’unico bersaglio per Poulenc e i suoi compagni: questi aveva condiviso con Satie certe critiche alla musica di Ravel, critiche che non erano state risparmiate neanche alla lussureggiante orchestrazione di Debussy. Eppure nella Suite bergamasque troviamo echi neoclassici, con titoli ispirati alle Fêtes Galantes di Verlaine e alle sue maschere settecentesche declinate in versione simbolista.
E anche le Estampes, nell’alludere a viaggi mai fatti, nel citare schiettamente canzoni infantili, sembrano accogliere senza remore, tra le loro peculiarità, la leggerezza del disimpegno.
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