‘Il più bel secolo della mia vita’ opera prima di Alessandro Bardani con Sergio Castellitto, Valerio Lundini, Carla Signoris, Antonio Zavatteri, Elena Lander, Marzio El Moety, con Betti Pedrazzi, con l’amichevole partecipazione di Sandra Milo, vince al 53. Giffoni Film Festival nella sezione Generator +18.
“Sono felicissimo di aver vinto al Giffoni – commenta così il premio Alessandro Bardani, regista del film – un festival unico al mondo che esplode di ragazzi ed energia, con un film che ha come protagonista un centenario. È la dimostrazione che se una storia riesce ad emozionare diventa a suo modo universale.
Spero vivamente che Il più bel secolo della mia vita possa contribuire a cambiare la cosiddetta ‘legge dei cent’anni’. Dedico questo premio ai miei genitori e anche, visto che la parola chiave di questa edizione del Festival di GIFFONI è ‘Indispensabile’, ai registi cha stanno cercando di realizzare la loro opera prima, perché sono indispensabili per il cinema: non mollate”.
Il più bel secolo della mia vita è tratto dall’omonima pièce teatrale di Alessandro Bardani e Luigi Di Capua, anche autori della sceneggiatura insieme con Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, e narra di un’assurda legge, ancora in vigore in Italia, che impedisce a Giovanni, figlio non riconosciuto alla nascita, di sapere l’identità dei suoi genitori biologici prima del compimento del suo centesimo anno di età.
Per riuscire ad attirare l’opinione pubblica, la sua unica speranza è ottenere la complicità di Gustavo, unico centenario non riconosciuto alla nascita in vita. Nel film è presente il brano inedito “La vita com’è” di Brunori SAS. Prodotto da Goon Films e Lucky Red con Rai Cinema in collaborazione con Prime Video, il film uscirà al cinema dal 7 settembre distribuito da Lucky Red.
È il canadese Adventures in the Land of Asha (Jules au pays d’Asha) a vincere il premio speciale come miglior film che affronta tematiche legate a sostenibilità e ambiente al GIFFONI Film Festival 2023. Il Conai Special Award per il miglior film ambientale è stato assegnato ieri sera al lungometraggio di Sophie Farkas Bolla, tenera storia di amicizia e rispetto per la natura ambientato nel Quebec del 1940, prima coperto di neve e poi reso verde e rigoglioso dalla primavera.
Un successo per la montatrice canadese al suo esordio alla regia di un lungometraggio, dopo i corti Les chroniques de l’autre, Istvan et la truite à fourrure e When Monsters Were Real: Sophie Farkas Bolla si impone a GIFFONI grazie a un film che meglio di tutti gli altri ricorda alle nuove generazioni l’importanza di salvaguardare il Pianeta e il suo habitat, con una regia che usa il passare delle stagioni come strumento narrativo e che trasforma in co-protagonista anche il paesaggio, investito della bellissima luce della fotografia di Simran Dewan.
“Sono felicissima di ricevere questo premio qui a Giffoni – afferma Sophie Farkas Bolla -. Durante la proiezione, quando uno dei protagonisti ricorda che la Terra non appartiene a nessuno ma che noi apparteniamo alla Terra, tutti i ragazzi in sala hanno iniziato ad applaudire. È stato meraviglioso vederli reagire così e percepire il loro amore per l’ambiente. Vincere questo premio mi fa pensare che tutto accade per una ragione.
Vivo a Montreal, e lo scorso giugno molti incendi hanno devastato le zone a 400 chilometri da casa mia; i fuochi erano così grandi che il fumo ha raggiunto la città: non potevamo vedere il sole. Anche per questo spero che il film possa ricordarci l’importanza di preservare la natura e prenderci cura del Pianeta”.
Ignazio Capuano, presidente di Conai, il Consorzio senza scopo di lucro che in Italia garantisce il corretto avvio a riciclo dei rifiuti di imballaggio e che assegna il premio al Festival, commenta: “Un film che riesce a raccontare i valori del rispetto della natura e della sua tutela attraverso una bellissima storia d’amicizia. Siamo molto felici di assegnare il nostro premio speciale ad Adventures in the Land of Asha: una pellicola che ci ricorda come la Terra non appartenga ad un solo uomo, ma siano gli uomini ad appartenere alla Terra”.
La statuetta assegnata al miglior film ambientale rappresenta una fenice a sette code in metallo cromato rosso, che spiega le ali e poggia su una base in pietra lavica. È stata progettata da un gruppo di studenti della Scuola del Design del Politecnico di Milano.
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