I cambiamenti climatici sconvolgono le campagne dove si registra un taglio del 10% della produzione di grano mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno ma in difficoltà anche i frutteti con le ciliegie in calo del 60% per l’alluvione che ha colpito la Romagna, la fruit valley italiana, ma anche per le piogge intense in Puglia e Campania.
E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti all’Assemblea nazionale presentata in occasione della grande ondata di calore che sta ustionando la frutta e verdura nei campi e tagliato del 10% la produzione di latte delle mucche stressate dall’afa che ha fatto smettere alle api di volare.
Il caldo torrido sta ‘bruciando’ la frutta e verdura nei campi con ustioni che provocano perdite, dall’uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane, secondo il primo monitoraggio della Coldiretti.
La morsa del caldo, sottolinea la Coldiretti, sta facendo danni a macchia di leopardo lungo la penisola con gli agricoltori che cercano di correre ai ripari ombreggiando i prodotti, anche attraverso erba e foglie come barriere naturali.
Le scottature da caldo, spiega la Coldiretti, danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili. Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile, continua la Coldiretti, si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di giungere a maturazione, per cercare di salvare almeno parte della produzione.
Ma il caldo torrido ostacola pure le operazioni agronomiche e di raccolta che devono essere sospese nelle ore più bollenti per tutelare la salute dei lavoratori mentre diventa impossibile lavorare nelle serre. Il caldo africano di questi giorni taglia anche le produzioni di uova, latte e miele.
Se nei pollai si registra un netto calo della produzione di uova, le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline.
Con il termometro sopra i 40 gradi ci sono forti ripercussioni con la produzione di latte scesa di oltre il 10% per le mucche nelle stalle mentre le pecore, sottolinea la Coldiretti, sono costrette a migrare in altura per cercare pascoli verdi.
Nelle stalle sono in funzione a pieno ritmo ventilatori e doccette refrigeranti per salvare le mucche che a causa dell’afa mangiano poco, bevono molto fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 di periodi normali e producono di meno visto che per loro il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi.
Con le elevate temperature, precisa la Coldiretti, in pericolo ci sono anche le colture nelle campagne dove gli agricoltori sono costretti a ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare i raccolti in sofferenza per le alte temperature, dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro poiché con le temperature superiori ai 35 gradi anche le piante sono a rischio colpi di calore e stress idrico che compromettono la crescita della frutta sugli alberi, bruciano gli ortaggi e danneggiano i cereali.
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