Arzano – Batosta per il clan della 167: 280 anni di carcere per gli affiliati. Sconto di pena anche per i collaboratori di giustizia Pietro e Pasquale Cristiano.
Nella giornata di ieri, presso il tribunale di Napoli, il giudice Ivana Salvatore, sentite le parti ha così sentenziato: Giuseppe Monfregolo a cui era stata richiesta una condanna a 18 anni e 6 mesi, la penna è stata rideterminata in 15 anni. Pasquale e Pietro Cristiano (pentiti), scendono da 8 anni e 8 mesi a 6 anni.
Invariata la condanna per Renato Napoleone ( killer degli Amato-Pagano) a 13 anni e 4 mesi; Mariano Monfregolo 20 anni; Vincenzo Mormile 11 anni e 4 mesi, Raffaele Monfregolo 12 anni, Francesco Monfregolo 13 anni e 4 mesi; Raffaele Alterio 14 anni, Carlo Raiano da 15 anni a 12 anni e 4 mesi, Maria D’Aria da 16 a 18 anni, Antonio Caiazza da 16 anni e 8 mesi a 18 anni e 9 mesi.
E ancora Davide Abate 9 anni e 8 mesi, Vincenzo De Sica, Ciro Laezza, e Raffaele Piscopo da 12 anni a 6 anni, Luisa Grassini (madre dei Monfregolo) 13 anni e 8 mesi a 12 anni, Anna Monfregolo da 14 a 12 anni, Raffaele Alterio da 15 anni e 8 mesi a 14 anni, Gennaro Alterio ad anni 12.
E infine Carmine d’Errico da 3 a 2 anni, Raffaele Liguori 11 anni e 6 mesi a 12 anni, Eduardo Nicolella 10 anni e 8 mesi, Antonietta Santoro dai 6 anni e 8 mesi a completamente assolta e scarcerata nonostante gli fosse contestato di essere ambasciatrice del clan.
Condanne anche per Umberto Passante a 6 anni e 8 mesi, Luigi Piscopo da 16 a 12 anni, Raffaele Portente 10 anni, e Giuseppe Belgiorno da 5 anni e 4 mesi a 4 anni e 6 mesi. Per tutti i condannati è stata disposta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella legale per la durata della pena e sottoposti, una volta scontata la pena, alla libertà vigilata per anni tre.
Gli arresti scattarono dopo che l’area a Nord di Napoli venne scossa da raid contro pizzerie, esplosioni e agguati. I Carabinieri di Castello di Cisterna e quelli della locale tenenza coordinati dalla DDA con una maxi retata diedero esecuzione a 27 ordinanze cautelari nei confronti di esponenti dei gruppi in lotta.
L’operazione si svolse tra Napoli, Caserta, Avellino e Cosenza. I condannati in primo grado, a vario titolo, rispondono, di associazione mafiosa, associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio, detenzione illegale di armi, estorsione, ricettazione e trasferimento fraudolento di valori.
Claudio Galeazzi
Articolo pubblicato il giorno 21 Luglio 2023 - 11:20