Dopo la Lombardia la Campania è la Regione in Italia che detiene il migliore utilizzo dei fondi ministeriali nazionali per l’innovazione e per l’accesso precoce al farmaco innovativo in particolare per pazienti oncologici e malati rari per i quali spesso le scelte terapeutiche sono molto limitate e quelle disponibili possono determinare una svolta nella storia clinica dei pazienti.
Il dato emerge dal focus della seconda edizione della midsummer school “L’accesso all’innovazione come trovare risposte a bisogni sempre più urgenti” di Motore Sanità, che si è appena concluso a Roma.
“Rendere sostenibili le terapie innovative – sottolinea Ugo Trama responsabile delle politiche del farmaco della Campania – è un impegno che la Regione si è assunta con una serie di norme già dal 2017 quando sono stati istituiti i Fondi per l’accesso ai farmaci innovativi per l’epatite C che hanno cambiato lo scenario di cura e di esiti per questa patologia”.
Da quel momento la Regione Campania ha programmato l’erogazione dei fondi dedicati alle terapie innovative investendo in innovazione attraverso i propri centri di riferimento esperti.
Il Santobono con la Uoc di Neurologia è stata la prima, a livello nazionale, nel 2020, a partire con il trattamento dei bambini affetti da Sma di tipo 1 con una “Advanced Therapies Medicinal Products” dal costo di poco inferiore ai 2 milioni di euro, Onasemnogene abeparvovec; nel 2021, per questa stessa patologia e farmaco, sono stati trattati 10 bambini, nel 2022 sono 5 e nel 2023 sono stati 3, per un totale di 18 trattamenti e 34 milioni di euro investiti.
Il Santobono ha ricevuto dalla Regione un anticipo di cassa di circa 5 milioni di euro solo per il 2021 e così via per gli altri anni. Lo stesso è avvenuto per l’Oculistica della Vanvitelli per la terapia genica di una forma di cecità ereditaria (malattia rara) con cui sono stati trattati ben 38 pazienti (anni 2021-2023) quasi tutti provenienti da altre regioni con un costo di circa 20 milioni di euro.
Nel 2022 sono stati 80,5 i milioni di euro erogati dalla Regione in acconto ai trattamenti da effettuare nel 2023, rispettivamente 49 milioni per farmaci oncologici e 31 milioni per i non oncologici (malattie rare).
“Il peggior farmaco è quello che non riesce ad arrivare al letto del malato o che si arriva con ritardo – avverte Claudio Zanon direttore scientifico di Motore Sanità – abbiamo per questo avviato un monitoraggio nelle varie regioni per verificare le differenze e rendere comuni le esigenze di uguale accesso all’innovazione nell’interesse dei pazienti.
Ci sono tumori in metastasi che spostano da 6 mesi ad anni i tassi di sopravvivenza eppure ci mettono fino a due anni ad arrivare ai malati e nel frattempo i pazienti muoiono.
Quando un’innovazione è comprovata, accettata da tutto il mondo, deve arrivare in tempi rapidi ai cittadini e non è accettabile che l’Aifa dopo il via libera di Ema svolga daccapo tutte le procedure preliminari all’autorizzazione e immissione a carico del Servizio sanitario nazionale”.
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