Si accende la sfida sull’Intelligenza artificiale. Bard di Google, il software conversazionale diretto concorrente di ChatGpt, si espande e arriva in diversi paesi, anche in Europa e in Italia, dopo un confronto con le autorità che si occupano di privacy. Solo poche settimane fa il chatbot di OpenAi ha avuto uno stop dopo i rilievi del nostro Garante. Mentre negli Stati Uniti la Federal Trade Commission ha aperto nelle ultime ore un’indagine su ChatGpt, a tutela dei consumatori.
E l’irrefrenabile Elon Musk ha varato xAI, la sua startup di Intelligenza artificiale. Bard, nome di shakespeariana memoria, è stato lanciato da Google a marzo in via sperimentale negli Stati Uniti e Regno Unito ed ora è disponibile nella maggior parte del mondo. Parla 40 lingue tra cui arabo, cinese, hindi e spagnolo. E anche italiano, ed è accessibile a tutti senza lista d’attesa. “Abbiamo creato Bard per esplorare la curiosità e permettere alle idee di evolvere, aiutando le persone a dare forma alla propria creatività”, racconta Jack Krawczyk, Director of Product Management di Google.
Alle domande degli utenti – sottolinea – Bard offre opzioni multiple e non un’unica risposta, affinchè “il dialogo possa proseguire su linee diverse, scelte sempre dall’utente”. Nel suo approdo in Italia e in altri paesi il chatbot si arricchisce di funzioni tra cui il tono e lo stile delle risposte in base a cinque opzioni diverse. Si possono anche ascoltare le risposte, con un’attenzione all’inclusività.
E il chatbot interagisce con Lens, lo strumento di Google che permette di fare ricerche partendo da un’immagine. Riguardo il tema delle allucinazioni, cioè le risposte false o imprecise dell’IA, il colosso californiano avverte: “Se ricevete una risposta da Bard che ritenete imprecisa oppure non appropriata o se riscontrate un problema o se desiderate semplicemente mandare una segnalazione, c’è un modo semplice per lasciare un commento”. Bard attinge alla ricerca online di Google per fornire risposte alle domande degli utenti ma – aggiunge Krawczy – “è un’esperienza diversa dalla ricerca di Google, un nuovo paradigma del modo in cui usiamo il computer”, sottolineando che il chatbot offre un approccio all’IA “ambizioso e responsabile”.
“Ci siamo confrontati con esperti, legislatori ed enti regolatori, inclusi i Garanti per la protezione dei dati, per comprendere il loro punto di vista e le loro indicazioni. Abbiamo adottato misure per aiutare le persone a gestire le informazioni in modo responsabile”. Gli utenti, ad esempio, possono scegliere per quanto tempo Bard può archiviare i dati nell’account Google oppure “disattivare completamente questa funzione”. Negli Stati Uniti, intanto, la Federal Trade Commission mette in atto la più potente minaccia regolatoria fino ad oggi per l’attività del rivale OpenAI: ha aperto un’indagine per accertare se il creatore di ChatGpt abbia violato le leggi sulla protezione dei consumatori mettendo a rischio la reputazione personale e i dati degli utenti. E nella sfida mondiale tra i big della tecnologia entra in campo anche Elon Musk: ha lanciato la sua startup xIA con l’obiettivo di “comprendere la vera natura dell’universo”.
Musk è stato tra i fondatori di OpenAi nel 2015 per poi abbandonarla nel 2018 e ha ripetutamente messo in guardia sui pericoli dell’Intelligenza artificiale. Chissà se con una sua società dedicata all’IA cambierà idea.
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