“Tolgo il disturbo”. Così Nazario Matachione, insieme ad Emanuele Filiberto di Savoia presidente onorario di Casa Reale Holding spa e presidente del Savoia calcio, squadra di Torre Annunziata (Napoli) che milita in Eccellenza Campania, ha annunciato le sue dimissioni dalla carica ricoperta nel club oplontino, spiegando le ragioni in un lungo comunicato.
Matachione ha in particolare riportato “due episodi inquietanti che sono capitati in questi giorni e che saranno denunciati alle autorità competenti”, a causa dei quali “è stata messa a rischio la mia incolumità e quella dei miei figli”. Il primo: “Un tesserato del Savoia pretende un premio e in risposta al mio ‘no’, richiedendo una pec dal legale rappresentante per capire quali fossero i motivi di tale sua pretesa, mi ha inoltrato un messaggio che dal mio punto di vista è una minaccia velata. Sarà l’autorità competente a dare la giusta interpretazione”.
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“Ma – prosegue Matachione – segnalo anche un altro episodio: una parte della tifoseria mi ha convocato allo stadio per fare chiarezza riguardo al futuro, rispetto ad allenatori, giocatori e altro. Chiaramente ho risposto con un ‘no’ categorico e non perché non si vogliano dare risposte per l’assenza di un progetto, ma semplicemente perché solo dall’1 luglio si potranno tesserare i calciatori e lo staff tecnico. So solo che stavo lavorando h24 per il mio Savoia, senza soste. Mi hanno anticipato che mi faranno uno striscione se non faccio chiarezza e che devo andare via. Ma quale chiarezza potrei fare senza poter tesserare? Io sono una persona seria e perbene, annuncio solo quando posso farlo, quando c’è la firma depositata”.
Matachione si autodefinisce “il primo tifoso” e “il primo ultrà del Savoia, e proprio perché mi vedo eccessivamente coinvolto, ora devo farmi da parte. Non posso tollerare certe pressioni, certe minacce più o meno velate, devo tutelare la mia incolumità e quella dei miei figli. Non c’è bisogno dello striscione, tolgo il disturbo, cari tifosi”.
Il Savoia, assicura Matachione, “andrà comunque avanti nel suo obiettivo e nel suo progetto, c’è un grande presidente come Emanuele Filiberto e due importanti vicepresidenti, Arcangelo e Francesco, e sono certo che porteranno avanti egregiamente il progetto senza se o ma. Mi dedicherò unicamente alla Casa Reale Holding perché se ti senti sotto pressione e minacciato è preferibile farsi da parte, anche a tutela del progetto. Qualora ci sia un altro imprenditore che possa fare più della Casa Reale Holding, si facesse avanti portando concrete garanzie per la città e noi, anche se a malincuore, passeremo la mano”, conclude.
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