Cronaca di Napoli

Omicidio Frederick, i video della vergogna girati dai suoi stessi assassini

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I video della vergogna confermano la tesi accusatoria e smentiscono al versione dei due baby assassini di Frederick, il clochard di Pomigliano ucciso a pugni e calci 4 notti fa

Nei video registrati con un telefonino si vedono due giovani che si avvicinano all’immigrato. “Come ti chiami?”, gli chiedono tra le risate riprendendo ogni istante della scena. Frederick, in un visibile stato di difficoltà, risponde: “Mi piacete tutti e due perché sono bravo”. 

Ma non sa e non intuisce il pericolo incombente: “my friend” gli dicono aggressori. E poi parte un tremendo pugno che scaraventa l’uomo a terra. Le riprese si interrompono mentre gli sferrano dei calci.

In un altro video i ragazzi offrono in segno di amicizia il cinque allo straniero che è steso a terra fumando una sigaretta e lui risponde “grazie”. E anche in questo caso seguono calci. E in un altro filmato viene inseguito e filmato in aperta campagna.

Sequenze, girate dagli stessi aggressori, e finite sui social. Ieri sono state  diffuse in anteprima da “laprovinciaonline”, diretto da Gabriella Bellini e poi acquisite dalla magistratura che vuole vederci chiaro e soprattutto capire se siano relative all’aggressione mortale o a quella di alcuni mesi fa.

I due sedicenni, che sono rinchiusi nel carcere, hanno confessato l’aggressione, che, però, a loro dire, sarebbe scattata dopo una provocazione, aggiungendo anche che non avevano alcuna intenzione di uccidere.

Versione dei fatti a cui il gip del Tribunale dei Minorenni di Napoli non ha creduto convalidando il provvedimento di fermo emesso dal sostituto procuratore Raffaella Tedesco e disposto il trasferimento in un istituto penale minorile per i due ragazzi, entrambi di Pomigliano.

Intanto dalle indagini dei carabinieri di Castello di Cisterna e di Pomigliano

emergono altri particolari: dai video acquisiti si evince che la scarica di botte subìte dal ghanese è stata preceduta da un gesto cordiale. I due ragazzi gli avrebbero “dato il cinque” prima di colpirlo, in sostanza avrebbero avuto un atteggiamento amichevole che non lasciava presagire le violenze.

Difesi dagli avvocati Edoardo Izzo e Umberto De Filippo i 16enni hanno invece sostenuto di essere stati provocati dal ghanese il quale, sempre secondo la loro versione dei fatti, avrebbe anche tentato di picchiarli. Parole, queste, ritenute inattendibili dagli inquirenti e anche dal giudice.

“Confidavamo nella detenzione in un centro di accoglienza e non in carcere, – ha detto l’avvocato Umberto De Filippo, legale di uno dei due indagati – si tratta di ragazzi che non hanno nulla a che fare con la criminalità e che appartengono a famiglie oneste”.

L’avvocato sta valutando ora, insieme con la madre del suo giovanissimo cliente, di presentare appello al Riesame: “Solo oggi abbiamo acquisito il video, – spiega – e solo visionandolo potremo avere un quadro più chiaro della vicenda visto che finora disponevamo solo di alcuni frame”.

Riguardo le dichiarazioni rese dai ragazzi al giudice l’avvocato conferma che il suo cliente ha ammesso l’aggressione ma facendo anche riferimento “a una provocazione”: “Verificheremo anche questa sua versione dei fatti – sottolinea – di sicuro posso dire che entrambi sono particolarmente provati e che certamente non avevano alcuna intenzione di provocare un esito così grave”.

Pomigliano intanto resta scossa per quello che la gente giudica un inaudito atto di violenza contro un uomo gentile, sempre cortese e sorridente, che si guadagnava da vivere portando i sacchetti della spesa in cambio di qualche spicciolo.

E ora si aspetta la nomina dei consulenti per l’esecuzione dell’autopsia che dovrà stabilire le cause della morte. Ieri don Pasquale Giannino, sacerdote della chiesa di San Francesco, che giovedì ha organizzato una fiaccolata molto partecipata, ha fatto visita alla madre di uno dei due ragazzi. Per il sacerdote non è tempo dell’odio.


Articolo pubblicato il giorno 25 Giugno 2023 - 14:40 / di Cronache della Campania

Giuseppe Del Gaudio

Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d'azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: "lavorare fa bene, il non lavoro: stanca"

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Giuseppe Del Gaudio

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