Una commessa da 4 miliardi di euro quella sulla quale sta indagando la Procura di Napoli che ha delegato alla Digos le perquisizioni degli indagati.
Inchiesta per corruzione internazionale che si concentra sulla vendita alla Colombia di aerei M346, corvette e sommergibili prodotti da societa’ italiane con partecipazione pubblica, come Leonardo e Fincantieri.
Francesco Amato ed Emanuele Caruso operavano per gli inquirenti quali consulenti per la cooperazione internazionale del ministero degli Esteri della Colombia Giancarlo Mazzotta e “riuscivano ad avere contatti con Massimo D’Alema, il quale, per il curriculum di incarichi anche di rilievo internazionale rivestiti nel tempo, si poneva quale mediatore informale nei rapporti con i vertici delle societa’ italiane ossia Alessandro Profumo quale amministratore delegato di Leonardo e Giuseppe Giordo quale direttore generale della divisione navi militari di Fincantieri”.
I fatti risalgono al gennaio 2022. Il reato che la procura di Napoli contesta agli indagati a vario titolo e’ la violazione dell’articolo 322 bis del codice penale, che punisce peculato, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilita’, corruzione e istigazione alla corruzione, abuso d’ufficio di membri delle Corti internazionali o degli organi delle Comunita’ europee o di assemblee parlamentari internazionali o di organizzazioni internazionali e di funzionari delle Comunita’ europee e di Stati esteri.
Per ottenere la commessa da 4 miliardi di euro, sostengono gli inquirenti, gli indagati “offrivano e promettevano ad altre persone il corrispettivo illecito di 40 milioni di euro corrispondenti al 50% della complessiva provvigione di 80 milioni di euro”, da ripartirsi tra ‘la parte colombiana’ e la ‘parte italiana’.
Ruolo di mediazione, secondo quanto prospettato dall’inchiesta, affidato allo studio legale associato americano Robert Allen law, con sede a Miami, rappresentato in Italia e per la specifica trattativa da Umberto Bonavita e Gherardo Gardo.
Trattativa poi interrotta “a causa della mancata intesa sulla ulteriore distribuzione della predetta somma tra le singole persone fisiche costituenti la ‘parte italiana’ e la ‘parte colombiana'”.
Figura anche Marta Lucia Ramirez, già ministro degli Esteri e vice presidente della Colombia, tra le persone coinvolte nella corruzione internazionale su cui stanno indagando la Digos e la Procura di Napoli.
Oggi la Digos ha eseguito delle perquisizioni nei confronti di quattro delle otto persone indagate: Massimo D’Alema, Alessandro Profumo, Giuseppe Giordo e Gherardo Gardo. A Ramirez, è l’ipotesi degli inquirenti, sarebbe dovuta essere corrisposta, in maniera occulta, una parte dei 40 milioni di euro promessi per presunte agevolazioni nel conseguimento di una commissione miliardaria.
L’obiettivo – secondo la Polizia di Stato e la Procura di Napoli – era giungere ad accordi con le autorità colombiane per forniture del valore complessivo pari a quattro miliardi di euro. Per giungere a questo traguardo si sarebbero resi disponibili a promettere e offrire a pubblici ufficiali colombiani (autorità politiche, amministrative e militari) un somma importante, circa 40 milioni di euro.
Le persone a cui erano destinati questi soldi, secondo la Digos e la Procura, sarebbero Edgardo Fierro Flores (capo del gruppo di lavoro per la presentazione di opportunità in Colombia), Marta Lucia Ramirez (ministro degli esteri e vicepresidente della Colombia), German Monroy Ramirez e Francisco Joya Prieto (entrambi delegati della seconda commissione del Senato della Colombia) e anche altri in corso di identificazione.
La promessa sarebbe stata fatta da Amato e Caruso e i 40 milioni di euro rappresenterebbero la metà della provvigione (da 80 milioni) che rappresenta il 2 per cento delle commesse da 4 miliardi di euro.
Articolo pubblicato il giorno 6 Giugno 2023 - 20:40 / di Cronache della Campania