Si è svolta ieri, 15 giugno 2023, a Castellammare di Stabia, la presentazione del nuovo libro di Lorena Spampinato, “Piccole cose connesse al peccato”, edito da Feltrinelli.
L’incontro, guidato dalla Prof.ssa Carmen Matarazzo, Presidente dell’Associazione culturale Achille Basile e dalla giornalista Titti Pentangelo, è andato in scena presso il nuovo Complesso Teatrale Stabile Santa Filomena, in via Sarnelli 26. Una struttura che, realizzata e curata da un gruppo di persone impegnate da tempo nella realtà culturale del territorio, viene già riconosciuto come Piccolo Teatro di Stabia o Teatro del popolo.
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Lorena Spampinato è una giovane autrice catanese, giunta alla pubblicazione del suo quinto libro, che nel 2020, con “Il silenzio dell’acciuga”, ha avuto gli onori della ribalta letteraria grazie alla candidatura di quest’ultimo alla 74esima edizione del Premio Strega.
Con una persuasiva introduzione, la Professoressa Matarazzo ha annunciato, al folto pubblico presente, sensazioni e benefici che l’ultimo lavoro della scrittrice è in grado di trasferire al lettore.
Ha inoltre evidenziato come la storia narrata nel testo indaghi la psicologia femminile e metta in risalto la capacità della Spampinato di scendere – in maniera attenta e profonda – nella coscienza dei personaggi, realizzando un’analisi introspettiva degli stessi.
Con professionalità, ma anche con l’approccio tipico della chiacchierata tra amiche – che crea empatia nel pubblico – la giornalista Titti Pentangelo ha affrontato il tema del libro, leggendo alcuni significativi stralci di questo e facendoli interpretare all’autrice, a cui ha intanto rivolto delle domande capaci d’innescare un’acuta, corretta e collettiva riflessione.
La Spampinato, accolta con calore e partecipazione, nel corso della serata è apparsa perfettamente a suo agio e grata, ponendosi a completa disposizione delle relatrici e del pubblico, che si è anche confrontato con lei attraverso attente e dettagliate disamine del testo.
“Piccole cose connesse al peccato” propone il delicato tema dell’adolescenza, collegato al complicato rapporto tra genitori e figli in questa impegnativa fase dell’esistenza. Racconta quindi la storia di tre ragazze e delle loro madri nel corso di una calda estate – calda non solo per il clima – in cui le giovani protagoniste si avventurano nell’esplorazione di soglie, e di superamento di confini, per entrare in uno spazio che si lascia alle spalle l’infanzia – fatta di regole e di buona educazione – e che apre uno spiraglio in cui esistere in una dimensione diversa, caratterizzata da un corpo che cambia insieme alle aspettative e ai desideri, dalla disobbedienza e dal divertimento, focalizzandosi altresì sul mito della bellezza, che implacabile innesca una serie di rivalità, invidie e litigi.
La vicenda accade nella provincia messinese, precisamente a Letojanni, luogo in cui la stessa scrittrice trascorreva le vacanze da bambina. Territorio peraltro dettagliatamente descritto, senza mai citarne il nome.
Le pagine del libro conducono il lettore nel vissuto di un tempo breve, ma dilatato. L’ingarbugliata matassa di esperienze e dei primi incanti delle tre adolescenti si svolge infatti nello spazio di un mese, che però per intensità appare paragonabile ad una vita intera, soprattutto per le ripercussioni che produce nel prosieguo della loro crescita.
Il romanzo della Spampinato è sicuramente da collocare tra quelli annoverati come romanzi di formazione e quindi adatto anche ad un pubblico giovane a cui appartengono le stesse protagoniste. Attraverso la sua lettura è infatti auspicabile un efficace confronto ed una riflessione mirata degli adolescenti, che si preparano alla vita con tanti dubbi, contraddizioni e malesseri più che mai dilaganti in quest’epoca.
Per meglio focalizzare il nucleo della trama vi lasciamo di seguito quest’ultima, augurandovi una buona lettura.
Annina ed Enza dividono una stanza nella vecchia casa della nonna, in una località non lontana da Taormina, ma dove non c’è nulla, se non pochi bar-gelateria e lidi balneari. Più grande di Annina e ormai una bellezza sbocciata, Enza si aspetta un’estate di litigi con la madre e una noia infinita.
Ma la vacanza delle cugine prende tutt’altra piega con la ricomparsa di Bruna: la ragazza più irregolare del paese si porta dentro un lutto e una sete di rivalsa. E conosce benissimo un giro di ragazzi che si arrabattano con espedienti non proprio legali, cresciuti, come sono, in famiglie disagiate e violente.
Una compagnia che le madri di Enza e Annina disapproverebbero, se solo scoprissero le uscite notturne delle figlie. Eppure persino il capo del gruppo, Mirco, si rivela più sensibile e corretto di quanto suggerirebbero i pregiudizi.
Il pericolo, in realtà, non sono i maschi, ma tutto ciò che sobbolle tra le protagoniste: rivalità, smania di diventare donne, confusione del desiderio. È Annina, la più piccola, la meno appariscente, a raccontarci la storia di quella vacanza degli anni novanta che segna un tragico spartiacque: come osservatrice e testimone, e come chi viene di colpo scaraventata nell’età adulta.
Lorena Spampinato ha scritto un romanzo di formazione insolito sia per la costellazione delle figure femminili, sia per uno stile particolarissimo: denso, raffinato, evocativo. L’estate siciliana diventa così un teatro dove sotto lo scorrere delle esperienze adolescenziali – le feste, le sfide, il conflitto con le madri – emerge una dimensione archetipica: e si finisce ammaliati da quella forza oscura senza tempo.
Annamaria Cafaro
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