I carabinieri sono tornati stamani all’ex hotel Astor a Firenze, il palazzo occupato da dove è scomparsa sabato scorso la piccola Kata, uscendo poco dopo con due donne che sono state fatte salite su auto dell’Arma.
Si tratta di una cittadina di origini romene che vive all’interno dell’edificio occupato e di una giovane peruviana, anche lei abitante nel palazzo: entrambe, sono state sentite in procura dagli inquirenti come persone informate sui fatti.
Sono state ascoltate per oltre un’ora poi accompagnate in auto dai carabinieri. Nessuno ha rilasciato dichiarazioni. Le indagini proseguono a tutto campo per risalire alla bambina.
“Sono con lei ora in Germania. Se hai bisogno scrivimi in privato” è quanto scritto su Fb da un utente che ha commentato la diretta video della manifestazione in corso giovedì in piazza Duomo a Firenze per chiedere la liberazione di Kata.
Il commento poi è stato cancellato. Ne ha dato notizia una portavoce della comunità peruviana che stava filmando l’iniziativa. Dopo il presidio in piazza Duomo, i peruviani, saliti a un centinaio di persone, hanno sfilato per le vie del centro.
Intanto l’avvocato Daica Rometta, legale dell’Associazione Penelope, ha rinunciato all’incarico di difensore della mamma di Kata. “Le reiterate interferenze esterne subite nello svolgimento di questo delicatissimo mandato mi hanno suggerito di rinunciare all’incarico professionale tant’è che già nel primo pomeriggio ho invitato la mamma a nominare altro difensore”, ha spiegato Rometta giovedì.
La procura di Firenze ha nominato Ugo Ricci, genetista dell’Istituto di medicina legale di Careggi, per estrarre il Dna dallo spazzolino e dal pettine di Kata, la bambina peruviana scomparsa sabato scorso dall’ex hotel Astor.
Gli oggetti personali della piccola erano stati prelevati ieri dai carabinieri nel corso di un sopralluogo nell’ex albergo di via Maragliano abusivamente occupato dal settembre 2022. Ricci di recente è stato incaricato per i riscontri relativi al Dna per l’omicidio a Pisa della psichiatria Barbara Capovani, di ci è accusato un ex paziente della dottoressa, Gianluca Paul Seung.
Tra gli altri incarichi per la procura fiorentina quello relativo al caso dei resti umani rinvenuti nel dicembre 2020 in 4 valigie abbandonate alla periferia di Firenze: le comparazioni eseguite dal genetista portarono alla conferma che si trattava di Shpetim e Teuta Pasho, marito e moglie di 54 e 52 anni, scomparsi dal 2015.
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