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Indagato per omicidio stradale il giovane Youtuber “TheBorderline”

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span style="font-family: Verdana, BlinkMacSystemFont, -apple-system, 'Segoe UI', Roboto, Oxygen, Ubuntu, Cantarell, 'Open Sans', 'Helvetica Neue', sans-serif;">E’ indagato per omicidio stradale il giovane 20enne che era alla guida del Suv Lamborghini coinvolto nell’indicente di via Aristonico di Alessandria, a Casal Palocco, che ha causato la morte di Manuel Proietti, un bimbo di soli 5 anni e il ferimento di sua mamma Elena Uccello, 28 anni, e della sorellina di soli 3 anni.

Non sono invece al momento iscritti sul registro degli indagati dalla procura di Roma – i magistrati sono coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino – gli altri quattro che si trovavano nella vettura, ma nei loro confronti potrebbe essere contestato il concorso nel caso in cui venisse accertato che nelle fasi precedenti allo schianto stessero girando un video da postare, poi, sui social – alcuni fanno parte del gruppo ‘TheBorderline’ – per una ‘sfida’ online incitando il ragazzo alla guida.

I TheBorderline  avevano noleggiato una SUV Lamborghini, un’auto di lusso per una video sfida social, purtroppo finita tragicamente.

Vista la violenza dell’impatto, pare scontato che il SUV Lamborghini procedesse a forte velocità ma probabilmente le cose sarebbero andate diversamente se chi guidava, Matteo di Pietro , non fosse distratto dallo smartphone, le chiacchiere e la baldoria. Inevitabile per Matteo Di Pietro l’accusa di omicidio stradale.

Il Video dei The Borderline

Appena un’ora prima della tragedia, i TheBorderlne di Matteo Di Pietro avevano pubblicato un video su TikTok, una sorta di gag che anticipava la challenge dal titolo “Come si comportano i ragazzini di ora con una macchina di lusso“.

Il papà del piccolo Manuel, dopo l’incidente a Casal Palocco, è accorso sul luogo dello schianto e ha cercato di aggredire il ragazzo alla guida della Lamborghini Urus. Nell’auto della sua famiglia c’erano la moglie e i due figli. Il bambino più piccolo, Manuel, è purtroppo deceduto dopo un disperato trasferimento in ospedale, mentre la loro bambina di quattro anni è ancora ricoverata in gravi condizioni.

Ma cosa e’ ‘TheBorderline’?

Ma cosa e’ ‘TheBorderline’? Si tratta di un gruppo di giovani che, su canali YouTube e TikTok, pubblicavano sfide devastanti all’insegna del pericolo. Esattamente come quella che ieri pomeriggio e’ costatata la vita al piccolo Manuel.

Sfide all’insegna del pericolo condivise su YouTube e su TikTok. Fino all’ultima, devastante: alternarsi per 50 ore alla guida di un Suv Lamborghini. Fino a ieri pomeriggio Matteo Di Pietro, Vito Loiacono, Marco Ciaffaroni, Giulia Giannandrea e Leonardo Golinelli erano cinque giovani youtuber conosciuti come i ‘TheBorderline’.

Fin quando con la vettura affittata sulla quale viaggiavano non hanno impattato con la Smart FourFour con a bordo Elena e i suoi due bambini, Manuel e Aurora Proietti. Il primo, di 5 anni, deceduto nell’impatto e l’altra, una bimba di 3 anni, ricoverata prima all’ospedale Sant’Eugenio e poi al Bambino Gesu’, ma ora in buone condizioni.

Indagati solo uno degli youtuber

La procura di Roma ha per ora iscritto sul registro degli indagati solo uno degli youtuber: quello che, nel pomeriggio di ieri, era alla guida del Suv accusato di omicidio stradale. Per gli altri pero’ potrebbe scattare il reato di concorso nel caso in cui venisse accertato che nelle fasi precedenti allo schianto stessero girando un video da postare, poi, sui social in per una delle loro ‘sfide’ online

incitando il ragazzo alla guida.

I ragazzi hanno noleggiato l’auto, una Lamborghini a un autosalone di Roma e poi si sono messi alla guida alternandosi: 50 ore al volante, a turno, prima uno e poi un altro e poi un altro ancora. Lamentando anche la stanchezza, nei vari video che di volta in volta hanno pubblicato su Instagram.

Non e’ chiaro, ancora, se l’auto a un centro punto sia finita contromano: a chiarire questo particolare ci penseranno gli uomini della polizia locale di Roma Capitale. Questa era solo l’ultima challenge sul canale youtube e TikTok dove pubblicavano appunto quelle che loro ritenevano imprese.

La famiglia Proietti invece invece e’ descritta dalle foto condivise da mamma Elena, 28 anni, su Facebook: i suoi bambini felici, fino a ieri pomeriggio. Poi tutto e’ cambiato drammaticamente.

Lo sdegno social contro i The Borderline

“Vi propongo una challenge! Un’ora dentro una stanza, solo voi ed il padre di Manuel. Con tutta la serie di disadattati che vi segue, sarebbe ora chiudere questo tipo di contenuti e voltare pagina”.

E’ solo uno dei commenti lasciati sotto a uno dei tantissimi video sul canale YouTube da 601.000 iscritti dei TheBorderline, i ragazzi che ieri pomeriggio nel quartiere Axa si sono scontrati contro una Smart guidata da una 29enne provocando la morte del figlio di 5 anni, con lei a bordo dell’utilitaria insieme alla sorellina.

Nel suv Lamborghini, impegnati in una delle tante sfide, i ragazzi del gruppo impegnato da anni in challenge come quella, appunto, di non scendere dalla macchina per 50 ore. Lo avevano già fatto con una Fiat 500, stavolta ci erano quasi riusciti con il suv, schiantatosi poi in via Archelao di Mileto, all’incrocio con via di Macchia Saponara.

“Anche dallo stile del video, si nota il vostro vomitevole disagio esistenziale che non vi permette di distinguere la realtà dalla fantasia – scrive un’altra – vivete ogni giorno come se tutto fosse un gioco, senza immaginare minimamente che i vostri livelli di energia non sono quelli di un gioco. E se fate un incidente, non avete altre vite disponibili oppure cheater che ve ne diano all’infinito.

Povero Manuel (aggiunge riferendosi al bimbo morto nell’impatto, ndr) siete o meno responsabili di quanto è successo non è importante. E’ questo ostentare challenge estreme per fare soldi, legando a voi follower decerebrati, che è vomitevole. Studiate e andate a lavorare. Perché questi giochi ridicoli sono finiti”.


Articolo pubblicato il giorno 15 Giugno 2023 - 15:43 / di Cronache della Campania

Giuseppe Del Gaudio

Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d'azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: "lavorare fa bene, il non lavoro: stanca"

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