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Firenze, “Ho io la bimba scomparsa”: il mistero delle telefonata

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I volontari coordinati dalla protezione civile sono impegnati da stasera a fare ricerche in tutta la città di Firenze della bambina peruviana Cataleya, 5 anni, scomparsa da sabato e che non è stata ancora ritrovata.

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Accertamenti sono in corso sul racconto fornito da un’amica della mamma della bambina scomparsa da ieri a Firenze: la donna avrebbe riferito di aver ricevuto una telefonata da un uomo che avrebbe parlato in spagnolo e che avrebbe detto di avere lui la piccola.

Altri accertamenti sarebbe in corso su un video che ritrarrebbe la bambina alla fermata dell’autobus con degli adulti.

Da quanto appreso non sarebbe attendibile il video della bambina alla fermata dell’autobus mentre la telefonata è avvenuta e sono in corso verifiche da parte dei carabinieri.

“Con il passare delle ore siamo sempre più preoccupati per la scomparsa da casa della piccola Cataleya, la affidiamo alla protezione del Signore, preghiamo e rivolgiamo un invito alla preghiera a tutte le comunità, con la speranza che possa tornare presto dalla sua mamma e dal fratellino.

La Madonna sostenga e conforti in questo momento di angoscia la mamma della bambina e tutti i suoi cari. Un pensiero di gratitudine va a tutte le forze dell’ordine e a tutti coloro che senza sosta si stanno adoperando nelle ricerche della bimba e ci uniamo all’appello perché chiunque l’abbia vista o abbia notizie le comunichi subito”.

Lo ha dichiarato l’Arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, commentando la vicenda della bimba di cinque anni scomparsa dal tardo pomeriggio di ieri dall’interno di un palazzo in zona San Jacopino a Firenze.

La piccola Cataleya, 5 anni, è scomparsa sabato pomeriggio da un ex hotel occupato da un centinaio di abusivi, fra cui decine di minori, in via Maragliano. Vi abita con la madre e un fratellino, il padre è in carcere, ci sono altri parenti fra cui uno zio che è il fratello della mamma, sono peruviani.

La bambina è scomparsa e la stessa madre l’ha cercata per ore, anche di notte nelle vie del quartiere urlando il suo nome per vedere se rispondeva. Dopo oltre un giorno poche sono le certezze e molti i timori di un’evoluzione infausta della vicenda.

Gli adulti dell’ex Astor l’hanno vista l’ultima volta mentre giocava nel cortile dell’edificio occupato. Le ripetute perquisizioni allo stabile di carabinieri e vigili del fuoco escludono che Kata sia dentro.

È sparita verso le tre del pomeriggio del 10 giugno. Quando la madre torna, poco dopo, dal lavoro, si parla di un quarto d’ora, non la trova, chiede di lei, anche al fratello, ma nessuno ne sa niente. Una donna di un alloggio vicino le parla di un bisticcio tra bambine, con la sua figlia che piangendo è tornata in casa.

Ma di Cataleya non ha altre notizie, pensava fosse con lo zio. Cata invece sarebbe rimasta da sola in cortile ed è scomparsa nel giro di pochi minuti. Una telecamera pubblica puntata su via Boccherini, lato nord dell’ex hotel, la fa vedere mentre esce da sola dal cancello della corte e poi vi rientra.

Qualcuno la ha attirata fuori? Il cancello non è serrato e si apre facilmente. Altre immagini, riferiscono i carabinieri, mostrano andirivieni di adulti, tutti occupanti: i video sono setacciati per capire se qualcuno se la fosse portata via sottraendola all’obbiettivo della telecamera.

Ogni ipotesi è valida, spiegano dall’Arma dei carabinieri: dall’allontanamento volontario – magari seguendo fuori un altro bambino per giocare -, all’intervento di un adulto, ovvero il rapimento.

La mattina la madre Kathrina, 26 anni, fa un appello disperato: “Chiedo che mi aiutiate a cercarla. Sono passate troppe ore e non so niente”. Riferisce di uno screzio con una famiglia “al terzo piano perché facevano troppo rumore” e poi ricorda un’aggressione il 29 maggio pare per la disputa di un alloggio, in cui un sudamericano è precipitato in strada; per questo fatto avrebbero incolpato suo fratello “ma lui – ha detto – non c’entra niente”.

La donna accusa un malore e viene portata in ospedale dopo che le dicono che nuove ispezioni nel palazzo – tre piani sopra un’area di oltre 3.000 metri quadri – hanno dato ancora esito negativo.

Le perquisizioni sono al dettaglio, dal tetto alle cantine fino alle stanze che alcuni occupanti non hanno voluto aprire ai familiari della bimba. L’Arma ha schierato le sue unità specialistiche dal reparto scientifico ai cani molecolari capaci di fiutare le tracce a chilometri di distanza a unità cinofile specializzate nel seguire tracce di sangue.

La ricerca si estende anche al torrente Mugnone che scorre nel quartiere di San Jacopino. Arrivano segnalazioni alle autorità. Qualcuno crede di averla vista in località della provincia. Una conoscente parla di immagini serali vicino a un fast food di Firenze, un video mostrerebbe una bambina con tre adulti, una segnalazione che non è considerata attendibile.

I pompieri smontano un grande condizionatore d’aria sul tetto. Addetti controllano perfino i cassonetti della differenziata. Verso le 13 il sindaco Dario Nardella e l’assessore al Sociale Sara Funaro fanno un sopralluogo, parlano con il comandante provinciale dei carabinieri Gabriele Vitagliano e con la polizia municipale.

Una descrizione viene diramata tutto il giorno e la prefettura la puntualizza in un comunicato. Cata è alta 1 metro e 15, ha occhi e capelli castani. Quando è sparita indossava una maglietta bianca a maniche corte, pantaloni di colore viola e scarpe nere. Ha 5 anni, bimbi piccoli così si fidano di tutti.




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