em>“Ciao Silvio…buon viaggio” e accanto una frase attribuita a Silvio Berlusconi che recita: “Spero che questa mia esistenza terrena possa terminare mentre io sono teso a raggiungere un altro traguardo oltre la siepe”.
E’ il testo del manifesto funebre affisso in numerose copie nel centro storico di Napoli ad opera dell’agenzia di pompe funebri Salvatore Kaiser. Sul manifesto – sullo sfondo le date 1936-2023 – anche due foto dell’ex premier di cui una in bianco e nero e l’altra a colori. “Facemmo la stessa cosa – ha spiegato il titolare della ditta Salvatore Kaiser parlando con le agenzie di stampa – quando è scomparsa la Regina Elisabetta.
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Berlusconi, al di la’ di come la si pensi in politica, è stato un grande uomo, un grande imprenditore che ha dato lavoro a tanti e ci sembrava giusto ricordarlo. Poi lui aveva un rapporto speciale con Napoli al punto da definirsi un napoletano nato a Milano ed era quella la frase che in un primo momento avremmo voluto scrivere per ricordarlo. Berlusconi a Napoli lascia tanti amici”.
Diversi i passanti incuriositi che si fermano a fotografare il manifesto. Qualcuno, a distanza di poche ore dall’affissione, appare già deteriorato perché strappato.
Il suo legame con Napoli era speciale. E affondava le sue radici negli anni ’50, quando cantava a bordo delle navi da crociera accompagnato al piano da Fedele Confalonieri. Tempi che rievoco’ in una celebre intervista a Maurizio Costanzo.
Il suo era un repertorio molto variegato, ma c’erano anche le melodie piu’ classiche partenopee. Negli anni, Silvio Berlusconi, di testi di canzoni in napoletano ne ha scritti piu’ di cento, compresi i brani di due album, nel 2003 e nel 2006, del suo musicista di fiducia, quel Mariano Apicella.
La prima volta da premier a Napoli fu nel 1994. Il Cav presiede dall’8 al 10 luglio uno dei vertici del G7 piu’ noti al mondo, dalle foto dei Clinton mano nella mano davanti alle meraviglie del parco della Reggia di Caserta
, a quella ufficiale con Helmut Kohl, Jacques Delors, Jean Chre’tien, Tomiichi Murayama, Bill Clinton, Francois Mitterrand, Boris Eltsin, e John Major davanti Palazzo Reale, tutti sorridenti.La seconda, passo’ alla storia anche quella. Quattro mesi dopo, il 22 novembre 1994, annunciato da una prima pagina del Corriere della Sera, nei giorni in cui l’allora presidente del consiglio presiedeva una conferenza internazionale dell’Onu sulla criminalita’ organizzata, qui gli viene notificato l’invito a comparire della procura di Milano per una indagine su una ipotesi di reato di corruzione.
Ma questo amaro boccone non impedi’ a Berlusconi di amare Napoli e a Napoli di amare Berlusconi. Tant’e’ che la sua statuetta da ‘pastore di presepe’, una idea di un artigiano storico di San Gregorio Armeno, Giuseppe Ferrigno, poi copiata in tutta la strada, e’ da sempre tra le piu’ vendute.
Il capoluogo campano continua a riservargli, pero’, anche brutte sorprese. Come il clamore suscitato nell’aprile 2009 dalla sua presenza alla festa di compleanno di una neo 18enne, Noemi Letizia, figlia del factotum di un ex assessore comunale socialista. La mattina dopo un take nottetempo di Agi e un titolo in prima di Repubblica, arriva la convocazione per i giornalisti di un vertice in prefettura sulla scottante questione rifiuti.
Le crisi nello smaltimento dell’immondizia e’ uno degli impegni piu’ sentiti di Silvio Berlusconi premier, tanto che dopo un vertice si fa riprendere scopa in mano in strada per incitare i napoletani a fare la loro parte. E si deve a lui e al suo commissario Guido Bertolaso se la Campania ha un termovalorizzatore, quello di Acerra, che lo stesso Cav inaugura il 27 marzo 2009.
Napoletana e’ anche Francesca Pascale, sua compagna per un lungo periodo, che appena 20enne, nel 2004, fonda il comitato ‘Silvio ci manchi’, nel 2006 lo conosce di persona a Roma e 6 anni dopo ci si fidanza. Nel 2001 Berlusconi porta a passeggio per Napoli anche Umberto Bossi, durante una pausa della Conferenza programmatica di An.
Vuole fargli sentire il calore della citta’, e lo trascina sottobraccio da Palazzo Reale, luogo che scegliera’ anche per Consigli dei Ministri itineranti, alla pizzeria Brandi pochi metri piu’ in la’, per mangiare una Margherita nel luogo in cui sarebbe stata inventata.
Il calore non manca, anche perche’ la ressa e’ tale che mettere un piede dietro l’altro e’ faticoso, per una folla di giornalisti e curiosi, tra cui anche alcuni scarsi estimatori del leader leghista. Ma per il Cav, come sempre, e’ un plebiscito di sorrisi, strette di mano e selfie. Del resto, Berlusconi amava tutto di Napoli
, soprattutto la cucina.I baba’, che non potevano mancare nelle pause dei tavolo istituzionali per la questione rifiuti o per le faide di camorra in Prefettura, alla mozzarella, che un solerte parlamentare azzurro gli mandava ogni 2/3 mesi a Roma, Arcore o Villa Certosa, 10 chili in confezioni singole da 2 chilogrammi per eventuali regali.
Nel 2006 Napoli e’ anche la citta’ in cui decide di chiudere una campagna elettorale, quella per le prime elezioni con il Porcellum e il voto degli italiani all’estero, vinte poi dal centrosinistra che diede vita al governo Prodi II.
Su un palco enorme a piazza del Plebiscito, in 100mila (anche se il numero non e’ mai stato certificato) ascoltarono Fini, Casini, Cesa, Maroni e infine lui. Il suo albergo preferito era il Vesuvio. E non sono pochi i locali dove ha mangiato. Cosi’ come era solito sfoggiare le cravatte di Marinella, di cui faceva spesso regalo a parlamentari e alte cariche istituzionali straniere in visita in Italia.
“Io sono un napoletano nato a Milano. Anzi, poiche’ sono un vulcano di idee, mi hanno sempre detto che sono come il Vesuvio. Ho tanti amici qui a Napoli e sono felice di essere tornato in una citta’ che amo”, disse a maggio di un anno fa.
Era a pranzo da Cicciotto a Marechiaro insieme a Marta Fascina; in citta’ c’era una kermesse di Forza Italia, una due giorni con lo stato maggiore del partito e molti ministri del governo Conte II, che aveva come clou il suo intervento. Mancava da Napoli da 4 anni. Non e’ piu’ tornato.
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