E’ stata affidata ai magistrati della sesta sezione (lavoro e colpe professionali) della Procura di Napoli (coordinata dal procuratore aggiunto Simona Di Monte) l’indagine sullo scoppio e il successivo rogo dell’auto-prototipo avvenuto venerdì scorso sulla tangenziale di Napoli.
Un dirigente del Cnr è stato ascoltato oggi in procura a Napoli NAPOLI nell’ambito delle indagini sullo scoppio. Inoltre è stato disposto anche il sequestro di una vettura gemella a quella andata distrutta, una Volkswagen Polo Tdi, un prototipo utilizzato nell’ambito di un progetto denominato “Life-Save” finalizzato a testare la possibilità di abbinare un motore elettrico con batterie alimentate da pannelli solari a vetture dotate di un propulsore termico con l’obiettivo di ridurre le emissioni nell’ambiente.
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Secondo quanto è emerso finora, a determinare la potente deflagrazione, che solo per un caso fortuito non ha coinvolto altre vetture, sarebbero state delle bombole il cui contenuto, al momento, rimane sconosciuto: sarà una relazione dei vigili del fuoco a fare luce sulla tipologia di gas che contenevano.
Il funzionario è stato interrogato stamattina dalla Polizia Stradale nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli (sesta sezione, procuratore aggiunto Simona Di Monte). La vettura gemella di quella distrutta, che è stata sequestrata dalla Stradale a Fisciano, servirà per i successivi accertamenti che l’ufficio inquirente partenopeo potrebbe a breve affidare a dei consulenti.
Di questo progetto, secondo quanto si è appreso, si starebbe interessando un ex professore. L’obiettivo degli inquirenti è scoprire, ora, la ragione per la quale le bombole si trovassero a bordo della Polo, se la loro presenza fosse legata al progetto e se il loro trasporto stesse avvenendo in condizioni di sicurezza.
Nel grave incidente, che solo per puro caso non ha coinvolto anche altre vetture e sul quale sono in corso accertamenti della Polizia Stradale, sono rimasti gravemente feriti la ricercatrice 66enne del Cnr Maria Vittoria Prati, che era alla guida, e il 25enne Fulvio Filace, seduto sul lato passeggero (che ha subìto danni appena più lievi solo perché è riuscito a lanciarsi fuori dall’abitacolo) laureando in ingegneria e tirocinante presso lo stesso centro di ricerca.
Le loro condizioni sono giudicate gravissime dai sanitari del reparto grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli.
“L’Universita’ degli Studi di Salerno esprime piena vicinanza alla dottoressa Maria Vittoria Prati, prima ricercatrice del CNR, e allo studente Fulvio Filace dell’Universita’ degli Studi di Napoli Federico II – e alle rispettive famiglie – coinvolti nella tragica esplosione avvenuta lo scorso venerdi’ sulla Tangenziale di Napoli.
In riferimento alle notizie apparse sugli organi di stampa, l’Ateneo si vede costretto a chiarire con fermezza che il veicolo oggetto del tragico evento non e’ di proprieta’ dell’Universita’ degli Studi di Salerno, ne’ e’ stato affidato all’Universita’ degli Studi di Salerno per le prove su strada”.
E’ quanto si legge in una nota stampa dell’Universita’ di Salerno. “L’Ateneo, inoltre – viene aggiunto – non e’ partner del progetto LIFE-SAVE (Solar Aided Vehicle Electrification), nell’ambito del quale e’ stato sviluppato il veicolo citato dagli organi di stampa”.
“Gli studi condotti in passato all’Universita’ di Salerno hanno contribuito alle conoscenze di base necessarie per lo sviluppo di veicoli ibridi solari, successivamente applicate con obiettivi industriali da aziende spin-off non partecipate dall’Ateneo e attualmente societa’ commerciali autonome”, prosegue la nota in cui l’ateneo fa sapere che “si riserva di agire in tutte le opportune sedi per tutelare i propri interessi istituzionali e la propria immagine”.
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