Al Teatro Mercadante alle ore 21.00 in prima assoluta, con replica il giorno successivo alle 19, va infatti in scena lo spettacolo, con Marco Cacciola e Michelangelo Dalisi, che ha ispirato, attraverso i “battiti della bellezza”, l’immagine del Festival di Mimmo Paladino.
Una coproduzione della Fondazione Campania dei Festival con il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale.
Antonio Latella, uno dei più importanti registi del panorama internazionale, così descrive il suo lavoro in una breve nota di presentazione: “Se il tempo non esistesse? Se il tempo fosse solo un’invenzione degli uomini per accettare la parola fine? Se l’eterno viaggiare fosse solo un eterno finire un po’? Due uomini fuggono da loro stessi per incontrare un altro sé, nei luoghi della mente, nei luoghi abitati solo dalla parola e dalla lingua. La lingua come unica possibilità per viaggiare nell’infinito mondo, nonostante il nostro essere creature finite. Non c’è un servo e un padrone, non c’è un intellettuale e un uomo del popolo, c’è un solo uomo che sa essere entrambi gli uomini, entrambe le possibilità che la vita ci ha dato: una attraverso la letteratura che si fa vita, l’altra attraverso la vita che si fa letteratura. Essere colti ed essere meravigliosamente ignoranti. Due lati della stessa medaglia. Due esistenze che si incontrano in una discarica, dove la discarica può essere solo una grande metafora di quel posto che sta prima dell’inizio di quella divina commedia che è la vita stessa, un posto dove la speranza viene lasciata, perché sperare non ha più senso. Penso a un luogo dove gli anziani vanno a leggere su un tabellone elettronico la distanza del loro ultimo viaggio, ma come per incanto quella parola non arriverà mai, perché alla fine non c’è un ultimo luogo, non esiste e non può esistere, perché noi siamo il luogo di noi stessi, noi siamo la prima ed ultima stazione. Il più grande dono che ci è stato dato è la parola, dalla parola noi abbiamo fatto lingua, il nostro eterno viaggiare. Il dono più prezioso che abbiamo sono le infinite moltitudini che le particelle (lettere dell’alfabeto) ci danno combinandosi in infiniti modi. Ogni lettera dell’alfabeto è una stazione del nostro stare al mondo, ogni parola una forchettata di spaghetti aglio olio e peperoncino”. Perché, come dice Don Chisciotte nel testo di Cappuccio, “un libro si scrive ogni volta da capo quando da capo si legge con amore”.
Desta interesse e curiosità anche la proposta della Sezione Osservatorio. Alle ore 20.00 al Teatro Trianon Viviani va in scena “Afànisi”, un progetto della compagnia CTRL+ALT+CANC, gruppo teatrale nato nel 2020 dall’unione di Raimonda Maraviglia, Francesco Roccasecca e Alessandro Paschitto, autore e regista della pièce teatrale. Uno spettacolo che ha l’ambizione di fare domande sui desideri del pubblico e dei singoli individui che lo compongono. “Cosa desideri? Cosa vorresti vedere? Lascia perdere chi sei, dove ti trovi, che ore sono etc. In questo momento – tu – CHE VUOI? Pensa la prima cosa, la prima cosa che ti viene in mente. Ecco. Questo spettacolo parla di quella. Proprio quella. E di molte altre che ancora non hai pensato”. Afànisi, dal greco Aphanisis (scomparsa), è un richiamo psicoanalitico alla mancanza di qualcosa, magari solo una parola, o di qualcuno: non c’è soggetto, come sosteneva Jacques Lacan, senza, in qualche modo, afànisi del soggetto.
Sul sito campaniateatrofestival.it sono consultabili le promozioni ed è possibile acquistare i biglietti per gli spettacoli.
Il Campania Teatro Festival, parte rilevante della rete Italia Festival e dell’EFA (European Festival Association), è finanziato dalla Regione Campania e si avvale anche di un contributo annuo del Ministero della Cultura per il suo schema multidisciplinare.
Articolo pubblicato il giorno 12 Giugno 2023 - 13:00 / di Cronache della Campania