Domani le associazioni di Acerra, comune dell’hinterland napoletano, si sono date appuntamento davanti al tribunale di Napoli – ingresso di piazza Cenni – per un sit-in mentre i giudici saranno riuniti per discutere sulla restituzione del patrimonio confiscato ai fratelli Pellini.
Gli imprenditori con affari nello smaltimento dei rifiuti, ritenuti colpevoli di disastro ambientale aggravato nei territori di Acerra, Qualiano e Bacoli e condannati il 18 maggio 2017 in via definitiva dalla Cassazione.
“Non possiamo consentire che vengano restituiti ai Pellini beni che sono il frutto del disastro ambientale in provincia di Napoli significherebbe massacrare di nuovo la nostra terra”. Così Alessandro Cannavacciuolo, leader ambientalista dell’agro acerrano.
L’istanza alla Corte d’Appello avanzata dai legali dei Pellini, da cui è scaturita l’udienza che si terrà domani, punta a far dichiarare inefficace la confisca del patrimonio decisa in primo grado nel 2019 dal Tribunale misure di prevenzione, considerando che sarebbe stato oltrepassato il termine dei 18 mesi per decidere sulla conferma o meno della confisca in sede d’Appello.
Sul caso un paio di giorni fa si è espresso anche il vicepresidente della Camera dei deputati ed ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, rivendicando il diritto da parte dello Stato di riutilizzare nella lotta contro l’inquinamento i 222 milioni di euro confiscati ai fratelli Pellini.
Oltre a elicotteri e auto di lusso, il patrimonio è composto da otto appartamenti a San Felice Circeo (Latina), dieci ville a Santa Maria del Cedro (Cosenza), una ad Agropoli (Salerno), dieci immobili a Tortora (Cosenza) e tre appartamenti di ampia metratura a Roma. Ad Acerra, oltre alle tre ville in cui vivono i fratelli, ci sono 144 appartamenti.
Ed ancora, nell’elenco ci sono 14 appartamenti a Caserta e 6 a Pomigliano d’Arco (NAPOLI). Infine varie attività commerciali, tra cui pasticcerie, distributori, terreni e quattro aziende di smaltimento rifiuti.
In piazza domani con le associazioni ed i cittadini della Terra dei Fuochi anche la consigliera regionale campana Maria Muscarà (Misto) e Nicola Morra, ex presidente della commissione Antimafia.
“Questa battaglia ormai ventennale nei confronti dei Pellini, condotta da tante associazioni e dalla sottoscritta al fianco di Alessandro Cannavacciuolo, senza aver mai visto politici di qualsiasi partito, non è finita”. Così Muscarà che aggiunge: “La magistratura sembrava aver messo fine all’epoca dei Pellini, ora per decadenza dei termini rischiamo di perdere quanto abbiamo fatto”.
“La Corte d’Appello – conclude la consigliera regionale – non può non ascoltare quei cittadini che hanno perso i loro familiari, a causa delle molteplici malattie correlate dagli sversamenti proprio per il disastro ambientale causato dai Pellini, che restano gli avvelenatori di una terra meravigliosa come quella di Acerra, in cui è già presente l’inceneritore. Noi non ci stiamo e lo Stato deve dare un segnale”.
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