“Vergognatevi, assassini. Siete dei mostri. Assassini andate via, avete ucciso mio figlio, un ragazzino di 17 anni”, le sue grida alla lettura delle sentenza hanno scatenato il caos nell’aula del Tribunale di Napoli, tanto che la presidente è stata costretta a sospendere l’udienza.
Ad essere allontanata dall’aula insieme con altri familiari è stata la mamma di Nicholas Di Martino, il ragazzo di 17 anni ucciso con sette coltellate al culmine di una lite tra giovani la notte del 25 maggio del 2020 a Gragnano.
La donna è la sorella del boss ergastolano Nicola Carfora detto o’ fuoco ex killer del disciolto clan Imparato di Castellammare e Monti Lattari.
Il processo di Appello si è svolto davanti alla Quinta sezione penale del Tribunale di Napoli che ha confermato di 18 anni di carcere per Maurizio Apicella, autore della coltellata mortale e ha ridotto a 9 anni e 4 mesi la condanna per il complice Ciro Di Lauro condannato in primo grado a dieci anni.
Respinta la richiesta della Procura che aveva chiesto una condanna a 20 anni per entrambi, perché “hanno agito in preda a furia omicida”. I familiari del ragazzo erano assistiti dai penalisti Giovanni Zara e Raffaele Attanasio.
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