Ritmo, balli e musica per raccontare vent’anni dello storico ensemble multietnico, con alcune incursioni nelle melodie partenopee.
Sabato 20 maggio, alle 21, il Trianon Viviani ospita il nuovo concerto dell’Orchestra di piazza Vittorio (Opv).
Intitolato “Dancefloor”, è uno spettacolo dedicato al ballo, al ritmo e alla musica, che supera i generi, gli stili e le nazioni, per raccontare la storia di un’utopia diventata realtà.
Per questo appuntamento nel teatro della Canzone napoletana il concerto darà spazio anche ad alcune incursioni nelle melodie partenopee.
L’Opv è l’ensemble multietnico, unico nel panorama mondiale, fondato nel 2002 da Mario Tronco, con l’idea di creare un’orchestra stabile di musicisti provenienti da diversi paesi e culture. Un progetto che ha ridefinito il concetto stesso di world music, ispirando decine di esperienze analoghe in Italia e nel mondo, e facendo dell’Orchestra il segno tangibile di una scommessa possibile: tenere insieme continenti diversi, con le loro culture, i loro suoni e la loro storia.
Da questa esperienza, partita dall’ombelico di Roma, il quartiere Esquilino, sono trascorsi quasi vent’anni, di reciproche influenze di generi musicali e complicità tra i musicisti che hanno portato l’Orchestra a uscire dal selciato della musica per abbracciare anche altri ambiti, passando con disinvoltura dal teatro (Carmen, Il Flauto magico, Il Giro del mondo in 80 minuti e Don Giovanni) al cinema (premio David di Donatello 2020 per le musiche del film Il Flauto magico di piazza Vittorio), alla musica sacra (Credo).
Tutte esperienze che hanno ulteriormente arricchito e contaminato la musicalità e la poetica dell’Orchestra, capace di spaziare fra i generi e le culture, mantenendo una propria definita identità sonora.
Dancefloor passerà in rassegna questo entusiasmante percorso, attraverso le tappe della storia di un ensemble nel frattempo diventato una formazione stabile e ormai rodatissima che, partendo dalla musica tradizionale, mischiandola e intingendola con rock, pop, reggae, e classica, ha portato in giro per i palchi e i teatri del mondo, generi e sonorità per lo più sconosciute al grande pubblico.
Il nuovo show sarà un ritorno alle origini dell’Orchestra in cui la musica, il ritmo e il ballo saranno di nuovo gli unici protagonisti. Dai paesaggi sonori dell’album Isola di legno, ibrido che accosta il folk al jazz, le tablas agli archi, i tamburi ai fiati, alle composizioni originali in primissima esecuzione, la scaletta della serata sarà un viaggio tra Paesi, culture e linguaggi.
Ci saranno le atmosfere sensuali della cumbia boliviana, con le donne che ballano, alzando e muovendo a tempo i lembi della gonna; le danze berbere con i foulard dalle frange corte e coloratissime, la sacralità e ripetitività del gesto nel canto sufi, i passi cadenzati e ritmici della musica delle Ande. Ma si ascolteranno anche certe atmosfere caratteristiche degli anni sessanta Italiani e l’impegno politico dell’afro beat e la scanzonata allegria del reggae arabo, in realtà inesistente come genere a sé. E ciò perché, come sempre, l’Orchestra non riproduce stili, ma li reinterpreta, creando un modo di fare musica che la rende riconoscibile e unica.
“Sarà uno show in cui la musica, il ritmo e il ballo saranno di nuovo gli unici protagonisti – come spiega il fondatore dell’Orchestra Mario Tronco – e che rappresenta un ritorno alle origini e contemporaneamente un salto nel futuro, affrontati con lo spirito fresco di un diciottenne e la consapevolezza dell’esperienza accumulata in questi anni. Passato il traguardo dei vent’anni, ci siamo chiesti: quanta gente abbiamo fatto ballare in questi anni? Nel dna dell’Opv c’è il ballo perché il ballo muove il cuore della nostra musica. Si balla per fare l’amore, per esprimere gioia, per lottare, per scandire il tempo del lavoro e anche per pregare. E sarà questo il fulcro del nuovo concerto: una curiosa pista da ballo fatta di ritmi e storie diverse”.
L’Orchestra di piazza Vittorio è composta da Houcine Ataa (Tunisia, voce), Emanuele Bultrini (Italia, chitarre), Giuseppe D’Argenzio (Italia, sax tenore e soprano), Ernesto Lopez Maturell (Cuba, batteria), Roman Villanueva (Perù, tromba), Carlos Paz Duque (Ecuador, voce e flauti andini), Pino Pecorelli (Italia, basso elettrico e direzione), Raul Scebba (Argentina, percussioni), Marcello Tirelli (Italia, pianoforte e tastiere) e Ziad Trabelsi (Tunisia, voce e oud).
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