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Non un semplice concorso canoro, ma un vero e proprio fenomeno di costume: si sono riaccese in questi giorni le luci sul palco dell’Eurovision Song Contest (ESC), uno dei festival più seguiti al mondo, la cui finale si svolgerà il 13 maggio presso la Liverpool Arena nell’omonima città inglese.
Nato nel 1956 con sole 7 nazioni partecipanti (Italia inclusa) come esperimento tecnico di trasmissione radiotelevisiva, oggi l’Eurovision Song Contest conta più di 50 Paesi in gara. Nel corso di 67 anni, sono oltre 1.000 gli artisti che hanno calcato il palco dell’ESC e che hanno potuto portare la loro lingua e la loro cultura davanti a un pubblico internazionale. A fare il punto è Preply, piattaforma globale di apprendimento delle lingue, che ha realizzato un nuovo studio dedicato all’Eurovision Song Contest che ne svela retroscena e curiosità linguistiche.
Nel corso della storia dell’ESC, sono 54 le lingue che sono state portate sul palco, cui si aggiungono ulteriori lingue o dialetti presenti in alcuni testi (parole o frasi). I concorrenti, che vengono scelti dalle emittenti televisive dei singoli stati, non hanno infatti vincoli di nazionalità con il Paese che rappresentano e non hanno restrizioni per quanto riguarda le lingue in cui cantare. Unica regola è la durata della canzone, che non deve superare i 3 minuti.
Secondo lo studio di Preply, la lingua più cantata in assoluto all’Eurovision è l’inglese, con ben 694 partecipanti che hanno deciso di portarla in gara. In particolare, in 619 casi si tratta di canzoni integralmente in inglese, mentre in 27 brani i testi sono per lo più in inglese ma contengono frasi o parole in altre lingue (come ad esempio il sami); in 48, invece, includono anche passaggi o refrain più corposi in altre lingue (dall’italiano allo sloveno, dall’armeno al greco, fino ad una vera e propria lingua immaginaria). Preply ha inoltre individuato 88 ulteriori canzoni nelle quali l’inglese compare come “seconda lingua” o è presente in frasi e passaggi, per un totale di 782 canzoni.
Al secondo posto tra le lingue più cantate si classifica il francese, utilizzato in 172 canzoni, mentre la medaglia di bronzo se la aggiudica il tedesco, a quota 94. Fuori dal podio, ma a pari merito al quarto posto, si posizionano l’italiano e lo spagnolo con 60 canzoni portate sul palco dell’Eurovision.
Andando nel dettaglio, la classifica di Preply svela anche le lingue che, nel corso della manifestazione, sono state poco utilizzate e che sono salite sul palco una volta sola. Tra queste ci sono l’armeno, il ceco e l’irlandese. La classifica completa è disponibile a questo link.
L’inglese è anche la lingua più vincente nella storia dell’Eurovision Song Contest: secondo l’analisi di Preply ha conquistato il podio 88 volte, posizionandosi al primo posto in 33 occasioni, al secondo in 34 e al terzo in 21. Seguono nella classifica il francese, che ha raggiunto le prime tre posizioni per 39 volte, e il tedesco con 13 podi. A chiudere la Top 5 sono l’italiano e lo spagnolo, che hanno raggiunto il podio rispettivamente in 11 e 8 edizioni della manifestazione.
Tra le lingue che invece sono riuscite a salire sul podio almeno una volta c’è il turco, che ha conquistato la medaglia di bronzo nel 1997 con la canzone Dinle di Şebnem Paker e Grup Etnic. A sfiorare l’oro anche una lingua inventata, portata dal Belgio nel 2003 con Sanomi degli Urban Trad, che si aggiudicarono il secondo posto. Una medaglia d’argento l’ha conquistata anche l’udmurto, lingua uralica parlata in Russia, che nel 2012 è stata portata in gara dalla band Buranovskiye Babushki con il brano Party for Everybody.
Le prime lingue cantate all’ESC sono state l’olandese, il tedesco, il francese e l’italiano; l’inglese è arrivato all’Eurovision l’anno successivo e lo spagnolo solo nel 1961. Ma l’intento dell’ESC è sempre stato quello di affermarsi come evento di respiro globale, mostrando apertura culturale e ospitando brani cantati anche in dialetti e lingue minori. Nel tempo la “mappa linguistica” dell’ESC si è dunque allargata: il lettone, il samogitico (parlato principalmente nella Lituania occidentale) e il bretone sono solo alcune delle lingue meno comuni portate in gara all’Eurovision. Nel 1991 ha partecipato all’Eurovision anche il napoletano: la canzone Comme è ddoce ‘o mare di Peppino Di Capri ha conquistato il settimo posto.
Lo studio di Preply offre una panoramica ancor più approfondita sulle lingue più particolari portate all’Eurovision Song Contest.
Quella tra l’Italia e l’Eurovision è una lunga storia d’amore: non solo l’Italia è uno dei Paesi fondatori della manifestazione, ma il Festival di Sanremo, la cui prima edizione risale al 1951, è stato il modello di riferimento del concorso: l’idea venne al giornalista e drammaturgo italiano Sergio Pugliese. L’Italia ha vinto l’Eurovision per tre volte: la prima nel 1964 con Non ho l’età cantata da Gigliola Cinquetti, la seconda nel 1990 con Insieme: 1992 di Toto Cutugno e la terza nell’edizione del 2021 con i Måneskin e il brano Zitti e Buoni.
Negli ultimi 11 anni, l’Italia ha ottenuto spesso ottimi risultati: tanti artisti italiani sono entrati nella Top 10 o, come nel caso di Raphael Gualazzi con Madness of Love (2012) e Mahmood con Soldi (2019), hanno sfiorato la vittoria. Grazie ai tre ori conquistati, l’Italia ha di conseguenza ospitato la manifestazione in altrettante occasioni: nel 1965 a Napoli, nel 1991 a Roma e nel 2022 a Torino. Nell’edizione del 2023, sarà Marco Mengoni a rappresentare l’Italia con il brano Due Vite, vincitore del Festival di Sanremo 2023, che ha già scalato le classifiche italiane.
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