em>“È una giornata epocale per la storia dei diritti audiovisivi, rappresenta la consapevolezza della necessità di cambiare e rafforzare il luogo della Lega nell’organizzazione della competizione”. Con queste parole il Presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini ha confermato l’approvazione del bando dei nuovi diritti audio-visivi a partire dalla stagione 2024-25: otto le opzioni sul tavolo, compresa la formula attuale con 10 gare assegnate a un broadcaster (DAZN) e 3 in co-esclusiva (Sky-DAZN).
Il bando ufficiale – per la prima volta di una durata che va dai tre ai cinque anni – verrà pubblicato nei prossimi giorni, poi i soggetti interessati potranno valutare le opzioni e formulare la propria offerta entro il 20 giugno. Non servirà il via libera da parte di AGCOM, come ribadito da Casini.
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“Abbiamo già avuto i pareri che consentivano di licenziare il bando, c’è stata un’ulteriore interlocuzione relativa all’estensione a cinque anni. Non sono previsti altri passaggi, per quanto riguarda le tempistiche siamo andati di corsa per pubblicare in tempi rapidi. Lo sforzo che la Lega ha fatto è stato di portare il periodo da tre a cinque anni – ha evidenziato il Presidente –, ma il bando prevede una serie di pacchetti con possibili offerte a 3, a 4 o a 5. Aspettiamo le offerte”.
Interessanti gli incastri che vedranno tante opzioni differenti sul tavolo: un pacchetto prevede 8 match in esclusiva a un soggetto e 2 ad un altro (solo per 4 o 5 anni), mentre un altro pacchetto dà la possibilità di avere 7 o 3 gare in esclusiva. La grande novità riguarda però l’eventualità di trasmettere una gara in chiaro, quella del sabato sera: è prevista infatti un’opzione – solo per il triennio – in cui 9 gare saranno in esclusiva mentre una potrà essere acquistata da broadcaster interessati come Rai
, Mediaset o Discovery.“Abbiamo scelto di uscire con 8 pacchetti diversi, con percorsi su misura. Si va verso una condivisione piena delle 10 gare, con due soggetti che potranno trasmettere tutte le partite. Una partita in chiaro non sarà più tabù, anche in Italia”, ha ribadito l’ad Luigi De Siervo.
“Il prezzo minimo complessivo – ha proseguito –, al di sotto del quale la Lega ha ampia facoltà di accettare o rifiutare, è di 1,2 miliardi di euro. È il prezzo medio per anno: tre anni fa era 1,15 miliardi. Se fossimo insoddisfatti delle offerte potremmo ripartire da zero come accaduto in passato non c’è stata una volta in cui la Lega ha approvato i diritti al primo giro”.
Più complesso il pacchetto che prevede 6 gare in esclusiva a un solo soggetto, tre in co-esclusiva e un match in chiaro: le 3 gare prevedono un’opzione in cui gli eventuali broadcaster interessati – per un massimo di quattro soggetti – potranno entrare in corso d’opera. Tre invece le fasi prima dell’assegnazione che hanno portato l’ad a definire il bando come una ‘matrioska’: si partirà con le trattative private, nel caso in cui non dovesse essere soddisfacente la prima parte si passerà alla seconda fase.
La terza fase, invece, prevede la scelta del canale della Lega, “una manifestazione vincolante per un periodo di 10 anni in cui un soggetto finanziario può, come distributore del canale, offrire un minimo garantito e presentarsi sul mercato. Perché questo avvenga, la Lega deve uscire dalla dinamica del bando e confezionare dei canali, dei contenuti, con all’interno la pubblicità. A quel punto, si configura un canale e il termine arriva fino ai 10 anni perché si entra in una dinamica diversa, la Lega entra in un percorso da cui non uscirà più, la distribuzione diretta del contenuto”, ha ribadito De Siervo.
Nel caso in cui le tre fasi non dovessero soddisfare le aspettative della Lega, si ripartirà con la prima modalità: l’obiettivo è quello di ottenere complessivamente 7,2 miliardi di euro in cinque anni. La possibilità di vendere i diritti TV della Serie A su più stagioni permetterà un incremento del 10% della cifra iniziale sul quarto anno, con un aumento di un ulteriore 10% sull’eventuale vendita del pacchetto per l’intero quinquennio, ovvero dal 2024 al 2029.
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