È tra le vittime dei pestaggi avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, il detenuto Fakhri Marouane, marocchino, che qualche giorno fa si è dato fuoco nella sua cella a Pescara riportando ustioni sul 70% del corpo.
E’ emerso nel processo in corso all’aula bunker del carcere di Santa Maria Capua Vetere, in cui Marouane, attualmente ricoverato in condizioni gravi al Policlinico di Bari, si è costituito parte civile (difeso da Lucio Marziale).
La notizia è stata data nel corso dell’udienza, accolta con tristezza dal presidente della Corte d’Assise Roberto Donatiello, dai pm e dagli avvocati presenti. Marouane era atteso nelle prossime udienze per rendere l’esame come parte offesa. Dai video dei pestaggi mostrati nelle scorse udienze, era emerso come il detenuto marocchino fosse stato tra i “più attenzionati” dagli agenti penitenziari durante i pestaggi del 6 aprile 2020.
Marouane fu costretto a muoversi sulle ginocchia a piccoli passettini per raggiungere il suo posto nell’area socialità del carcere sammaritano; rimasto solo dopo che gli altri detenuti erano stati portati via, fu colpito con il manganello in testa, quindi fatto alzare e inginocchiare nuovamente ad altezza di un agente, e alla fine riportato in cella tra i poliziotti che continuavano a pestarlo.
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