“Se sono sicuro di poterli tenere tutti i big al Napoli l’anno prossimo?Non solo: vorrei aggiungerne altri.
Mi piacerebbe avere un americano, perché in America anche se il campionato vale poco ci sono grandissimi giocatori che risplendono in nazionale.E poi un giapponese, avendo già un coreano, visto che c’è un grande sviluppo del nostro calcio in Oriente e ci sono nuove entrate da considerare.
Ma non vorrei mandare via nessuno dei nostri”.
Lo dichiara il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis in un’intervista a Repubblica.Dal patron parole di elogio per Luciano Spalletti, “un condottiero, un grande affabulatore: tutti dovrebbero studiarlo, c’è sempre da imparare da lui. Pregherei il ministro dell’Istruzione di immaginare un paio di lezioni al mese da un’ora, dove lo Spalletti o l’Ancelotti della situazione comincia a raccontare agli studenti, dalle elementari alle superiori, che cos’e’ una partita, che cosa significa un modulo, quali sono i ruoli dei giocatori”.
Il presidente del Napoli campione d’Italia, invia un messaggio al ministro dell’Istruzione Valditara invitandolo a mettere in campo azioni concrete per i ragazzi “che non sono tutelati da un’attivita’ genitoriale corretta, un po’ per convenienza, un po’ per ignoranza”. Secondo De Laurentis, “basterebbe prendere l’ultima finale mondiale, Argentina-Francia, e vivisezionarla per raccontare che cos’e’ un 4-4-2 o un 4-3-3, che differenza c’e’ fra un attaccante centrale o una seconda punta, fra una difesa a 3 e una a 4.
Questo farebbe riavvicinare i giovanissimi al calcio: diventerebbero alla fine tutti dei superesperti e potrebbero far finta di essere loro gli allenatori o i commentatori, divertiti e divertenti, di qualunque trasmissione virtuale di una partita”.
Per il presidente del Napoli, “il calcio e’ il gioco piu’ antico del mondo, talmente antico che pensare che debba rimanere cosi’ com’e’ e’ sbagliato”.E ne elenca i problemi: “Innanzitutto noi abbiamo un grandissimo problema con gli stadi: tranne qualche rara eccezione, sono obsoleti, la partita si vede male, c’e’ la pista d’atletica, come a Napoli o a Roma”. Poi De Laurentis si chiede: “Vogliamo portarvi le famiglie?
Vogliamo far si’ che allo stadio si possa rimanere tutta la giornata a divertirsi, a mangiare?Io allo stadio celebrerei i matrimoni e le prime comunioni.
Magari la Chiesa si potrebbe inquietare, ma basterebbe montare un altare benedetto, noi lo abbiamo fatto in ritiro a Dimaro: quante volte e’ venuto il cardinale Sepe a officiare la messa e nessuno si e’ mai scandalizzato?
Il campo di calcio e’ sottostimato e sottoutilizzato, potrebbe produrre dei benefici sul fatturato”.
Per De Laurentiis, insomma, lo stadio deve essere considerato un luogo “comunitario” contro il concetto di “stadio virtuale”: “Dobbiamo riuscire a riconquistare i giovani.E contrastare la pirateria, che ci ha ucciso: in otto anni ci ha portato dai 4 milioni e 300 mila abbonati che avevamo a un milione e 900 mila.
Io mi auguro che Meloni riesca a far passare la nuova legge contro la pirateria senza se, senza ma, senza condizionamenti dei grandi gruppi che molto probabilmente vorrebbero invece il via libera sul web senza nessuna imposizione e nessun blocco”, auspica il presidente del Napoli Campione d’Italia.
Infine un giudizio sulla “legge Melandri” per lo sport: “Mi dispiace perche’ proprio lei, che ha studiato credo negli Stati Uniti – dice De Laurentis – non ha avuto contezza del sogno americano trasferendolo nel sogno italiano.Nel cinema ci ha massacrato.
Il nostro penultimo ministro Franceschini ci ha dato la dignita’ dotandoci di un fondo estremamente importante per rilanciare l’audiovisivo italiano.Melandri lo aveva ucciso.
Nel calcio ha fatto una legge che strozza: per questo grandi societa’ come Inter, Juventus, Milan, Roma non ce la fanno con i bilanci”.
Pertanto, conclude il presidente, “chiedo alla premier Giorgia Meloni, poiche’ ci sono 28 milioni di elettori appassionati di calcio, di sedersi con noi cinque minuti e di liberalizzare il modello per poter ottenere un fatturato che renda tutti felici e competitivi, senza debiti”
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