“Le case sono introvabili e le loro condizioni sono pessime”. Lo spiega Federica, del Collettivo Autorganizzato Universitario (Cau), stamattina durante la protesta contro il caro affitti, la speculazione abitativa e la gentrificazione nel cortile di Porta di Massa, in una delle sedi dell’Università Federico II di NAPOLI.
La ragione va ritrovata “nell’aumento eccessivo dei b&b che sono ovunque, soprattutto al centro storico, e questo non ci permette di avere abbastanza case per il numero di studenti che ne avrebbe bisogno”. L’obiettivo della protesta è “far sì che l’università ci offra degli studentati accessibili, oggi sono pochi e in condizioni fatiscenti. Ci rubano il tempo, ci rubano la casa, ci rubano il diritto allo studio. Non abbiamo nulla di garantito e per questo si protesta in tutta Italia. Metteremo in campo delle proposte per permettere a tutti noi studenti di avere la possibilità di studiare”.
“Parlando con amici – rimarca Carlo, presente oggi alla protesta del Collettivo – ho visto, annunci alla mano, che per le stesse stanze per cui 3-4 anni fa venivano chiesti 250 euro oggi se ne chiedono anche 450. Se pensiamo alla quantità di immobili abbandonati e guardiamo a quanto deciso in Catalogna dove dopo tre anni di inutilizzo si procede all’esproprio, potremo immaginare di fare qualcosa del genere anche qui affinchè sia messo al servizio della comunità studentesca che non può permettersi di studiare.
È impossibile, poi, conciliare la vita accademica con quella lavorativa perché i salari non aumentano, non smettiamo di essere sottopagati se andiamo a lavorare in un bar o in un call center. Non c’è alcun tipo di tutela, zero”.
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