La Dda di Napoli ha aperto un fascicolo d’inchiesta sui messaggi di sfida lanciati sulla piattaforma social di TikTok, tra i gruppi di camorra di Pianura e quelli di Barra per l’omicidio del 19enne innocente Francesco Pio Maimone, ucciso a Mergellina il 20 marzo scorso dal 20enne Francesco Pio Valda.
Sono stati creati dei profili social anonimi attraverso i quali i clan di camorra dei due quartieri- come anticipa Il Mattino si sono sfidati a colpi di post “O barese questo video è per voi di barra quartiere di napoli, non vi fate trovare x Napoli vi tagliano ma testa by Pianura, Bagnoli Soccavo”, seguita dai simboli delle teste di morto e poi “Mergellina zona rossa per tutti voi di Barra“.
La risposta dei nemici non si è fatta attendere “Dove volete, quando volete con le vostre regole. Barra Regna Aprea Valda”.
Ed ecco che è scattato l’allarme degli investigatori che già nelle ore successive all’omicidio avevano il quadro completo di quanto accaduto davanti agli chalet di Mergellina. L’altro giorno il Tribunale per il Riesame
di Napoli ha stabilito che Francesco Pio Valda dovrà restare in carcere: le prove contro di lui hanno retto.Gli investigatori sono ancora a caccia dei complici che hanno aiutato nella fuga e soprattutto a nascondere o distruggere la pistola usata e le famose sneaker da mille euro calzate dal giovane assassino e motivo del suo momento di follia perché sporcate.
“I fenomeni di devianza minorile a Napoli e nella Campania non sono da considerarsi esclusivamente un prodotto della camorra ma da questa ne traggono comunque linfa e ispirazione secondo modelli comportamentali tipici di emulazione e identificazione”.
E’ quanto viene sottolineato nell’ultima relazione semestrale al Parlamento della Direzione investigativa antimafia per la quale “a Napoli, così come in tutta la Campania, la prolungata assenza dalle attività scolastiche a causa della pandemia ha, in un certo qual modo, favorito l’avvicinamento dei minorenni alle attività illegali ‘di strada’ avviandoli verso la ‘carriera delinquenziale'”.
“Ad accrescere la diffusione delle variegate forme di devianza giovanile – viene spiegato nella relazione – contribuisce anche l’abuso di sostanze stupefacenti, fenomeno alimentato anche dalla commercializzazione di droghe nel web che colpisce una larga fascia dell’universo minorile, con il coinvolgimento di giovani ‘vicini’ a contesti di criminalità organizzata in episodi violenti”.
Inoltre, nel semestre in esame (gennaio-giugno 2022), secondo la DIA, “si è anche assistito a una elevata diffusione di comportamenti antisociali e illeciti aventi come protagonisti i minori, ovvero condotte criminali riconducibili ai cosiddetti fenomeni ‘baby gang’, ‘bullismo’ e ‘cyber bullismo’, in cui il minore stesso emerge, contemporaneamente, quale autore e vittima del reato”.
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