“Non ci fermeremo finché non sarà fatta giustizia! Tutti coloro che hanno smesso di fare il proprio lavoro saranno giudicati per questo!”. Lo ha scritto sui social network una delle figlie di Diego Armando Maradona, Dalma, commentando il rinvio a giudizio di otto persone per la morte del ‘Pibe de Oro’.
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Nella serata (ora italiana) di ieri, una corte d’appello argentina ha confermato che otto operatori sanitari saranno processati per le loro presunte responsabilità nella morte di Maradona dello scorso novembre 2020.
Come richiesto dai pubblici ministeri, gli otto sono accusati di “omicidio semplice con ingiustificata negligenza“ e rischiano tra gli 8 e i 25 anni di reclusione se giudicati colpevoli.
Maradona è morto all’età di 60 anni per insufficienza cardiaca dopo un intervento chirurgico al cervello, proprio in quel mese di novembre di due anni e mezzo fa.
Dopo la decisione unanime di non archiviare il caso, la corte d’appello di San Isidro ieri ha confermato che andranno a processo il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov e altri sei operatori sanitari, tutti coinvolti nelle cure dell’ex calciatore.
La data del processo deve ancora essere fissata, ma dovrebbe iniziare nel 2024. Carlos Fabian Blanco, uno dei giudici della corte d’appello di San Isidro, ha sostenuto che ci fossero prove sufficienti portate avanti dai pubblici ministeri perché gli otto operatori sanitari potessero essere processati.
Saranno sottoposti a giudizio anche il coordinatore infermieristico Mariano Perroni, gli infermieri Ricardo Omar Almiron e Gisella Madrid, lo psicologo Carlos Diaz, il coordinatore medico Nancy Forlini e il medico clinico Pedro Di Spagna.
Un’autopsia ha rivelato che Maradona è morto nel sonno di edema polmonare acuto, un accumulo di liquido nei polmoni, a causa di insufficienza cardiaca congestizia.
Il rapporto medico ha inoltre portato alla luce che il cuore del campione, vincitore del Mondiale 1986 con la nazionale albiceleste e che aveva sofferto di una serie di problemi medici dovuti a droghe e alcol, pesava quasi il doppio di un cuore normale.
Una commissione medica è stata formalmente nominata per indagare sulla morte di Maradona e ha concluso che diversi membri del suo staff medico hanno agito in “modo inappropriato, carente e sconsiderato” e hanno affermato che non era stato adeguatamente monitorato prima della sua morte.
L’autopsia ha sostenuto inoltre che “i segnali di rischio di vita del paziente sono stati ignorati”, aggiungendo che Maradona “ha mostrato segni inequivocabili di un periodo di agonia prolungato” per almeno dodici ore.
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