A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Alessandro Cosentino, leader del gruppo Fedayn, in seguito a quanto accaduto in curva B nel corso della gara tra Napoli e Milan.
“Le cose si sono messe in una maniera strana, ci sono delle situazioni che vanno spiegate ai napoletani – ha rivelato Cosentino -. A partire dalla questione del regolamento d’uso dello stadio, che vede bandiere, aste e tamburi bloccate solo alle curve e non ai distinti”.
“Abbiamo fatto delle richieste a tutti gli organi di competenza per avere una zona centrale, una free zone dove poter accedere con bandiere e tamburi, cori così da non disturbare gli altri tifosi – prosegue -. Inoltre, noi non tesserati con la Fidelity card, da qualche mese abbiamo chiesto di abbonarci, ma non ci è stato dato l’ok”.
“Ci è stato detto che non possiamo entrare tamburi: il Napoli dice che è la questura, la questura dice che è il Napoli – aggiunge Cosentino -. Secondo me è stato De Laurentiis, ma questo è un mio pensiero.Noi delle curve non abbiamo mai chiesto agevolazioni, mai chiesto biglietti gratis, le coreografie sono frutto delle nostre collette”.
“Al Napoli abbiamo chiesto solo agevolazioni per acquistare i biglietti, ci aspettavamo che il club ci premiasse.
Nelle altre società non solo ci sono fan zone, in alcune club hanno creato anche delle torrette e parlo di stadi italiani”.
“Nelle curve c’è nervosismo e non ci stiamo godendo ciò che stiamo vivendo – spiega ancora -. Ciò che dice De Laurentiis però non è vero: quando parla di spaccio di droga nelle curve non è vero.Certamente ci saranno gli scavalcamenti, anche la questione del biglietto nominativo è vera, ma mi preme dire che non girano spacciatori e droghe nelle curve”.
“E’ brutto sentire sparare a zero su un popolo che sta aspettando solo di festeggiare.
Al di là della vittoria sportiva, questa città ha bisogno di una vittoria sociale che serve per svoltare.Napoli fa invidia a tutto il mondo per turismo, organizzazione e questa vittoria doveva essere qualcosa di bello, peccato si sta sporcando”.
“Lasciatemi dire un’altra cosa: noi viviamo a Napoli, conosciamo le problematiche delle persone, non siamo a Milano, Londra o Parigi.
Se parliamo della prossima partita, un padre ed un figlio per andare allo stadio nel settore popolare devono spendere 180 euro e non è proprio il modo giusto per creare uno stadio in cui partecipino le famiglie, come chiede De Laurentiis”.
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