Stamane la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per otto appartenenti alla comunità Rom di Caivano, in quanto ritenuti responsabili dei reati di illecita gestione ed incendio di rifiuti, nonché per violazione di sigilli apposti dall’Autorità Giudiziaria.
Le attività di indagine, dirette dalla Procura e svolte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Caivano, si collocano all’interno di una più ampia attività di monitoraggio e di mirato contrasto ai fenomeni dell’abbandono incontrollato e dell’incendio di volumi ingenti di rifiuti nel circondario di competenza della Procura della Repubblica.
Precisamente, attraverso una capillare attività di osservazione e controllo – svolta mediante l’impiego di sistemi di video-sorveglianza, con l’obiettivo di monitorare i luoghi di interesse investigativo ed identificare con assoluta certezza i soggetti coinvolti – è stato appurato che gli odierni imputati effettuavano, in modo sistematico e continuo, un’illecita attività di raccolta e recupero, previo stoccaggio, di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, costituiti da rifiuti elettrici, materiali ferrosi, motori e componenti di frigoriferi e lavatrici, altri elettrodomestici, rifiuti tessili, al fine di prelevare e recuperare talune componenti, da reimpiegare o comunque da rivendere.
I restanti materiali non riutilizzabili, mediante continui e ripetuti conferimenti di ingenti quantità di rifiuti, preventivamente raccolti o comunque ivi trasportati, venivano abbandonati e depositati in modo sparso, accumulati alla rinfusa e ammassati sul nudo suolo, all’interno e nell’adiacenze dell’insediamento Rom, in questo modo concorrendo gli odierni imputati all’illecita realizzazione e gestione di una discarica, con complessivo degrado igienico-ambientale delle aree interessate.
Inoltre, i predetti rifiuti, così accumulati, erano dati alle fiamme in plurime occasioni.
L’attività di indagine – documentata mediante una analitica osservazione dell’intero fenomeno – consentiva altresì di appurare che nel ciclo di gestione illecita dei rifiuti cooperavano interi nuclei familiari, anche con il coinvolgimento di soggetti minorenni, accertando che le aree destinate al conferimento e all’incendio di ingenti volumi di rifiuti erano sottoposte a sequestro preventivo de1l’Autorità Giudiziaria, i cui sigilli erano sistematicamente violati, in molteplici occasioni, dagli odierni imputati
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