Uno scudetto atteso 33 anni è una soddisfazione grande anche per Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli, che ha parlato del trionfo in campionato degli azzurri in una lunga intervista a Il Mattino.
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Un grande successo, anche se “ai miei tempi è stato più complicato vincere – ha spiegato Ferlaino -. Gli equilibri economici erano differenti, poi fu necessario l’arrivo di Maradona in un contesto societario forte e in una squadra migliorata nel tempo”.
“Il Napoli quest’anno ha potuto sfruttare il vantaggio delle proprietà straniere – ha aggiunto -. Inter, Milan e Roma hanno azionisti in altri paesi e la gestione qui è lasciata a manager che hanno un ruolo da impiegati, con meno potere.Ciò probabilmente si riflette sulle prestazioni di queste squadre.
Poi ha inciso anche la penalizzazione della Juventus”.
Discorsi del genere a parte, è tempo di scatenare la festa: “Sono rimasto legatissimo a Napoli, è stato bellissimo vedere i fuochi d’artificio.Un Capodanno ad aprile, cose che solo questa città sa offrire.
E poi battere la Juve così, in pieno recupero, ha dato una soddisfazione a chi ha combattuto contro il potere per oltre trent’anni”.
“La squadra che ci sta regalando questo scudetto è una macchina perfetta – prosegue -. Eppure, ricordo le premesse estive”. Dal canto suo, però, “l’esperienza mi ha insegnato che bisognava aspettare prima di valutare.
E ora il giudizio non può che essere positivo, sia per i risultati sia per il gioco offerto da Spalletti”.
Proprio su Spalletti, Ferlaino ha aggiunto: “Non credo dovrebbe esservi alcun dubbio sulla sua permanenza a Napoli.E’ stato straordinario, anche e soprattutto nel confronto con Allegri, che lo aveva provocato a gennaio prima della partita persa a Napoli e poi era fuggito negli spogliatoi”.
E De Laurentiis? “Ha lavorato molto bene, poi è giusto attendere la fine del campionato per fargli i complimenti”.
Ma Ferlaino come festeggerà? “Andrò a Buenos Aires – ha rivelato -. Vado a salutare Maradona, voglio sentirlo vicino in questi giorni felici per Napoli e il Napoli, perché lui è nato in questa città, non in Argentina.
Andrò al Jardin Bella Vista, glielo devo.E’ bello che lo scudetto sia vinto nello stadio intitolato al nostro campione, è un segno del destino”.
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