C’è anche la mano della camorra dietro l’evasione del boss della mala garganica Marco Raduano da Badu ‘e Carros, carcere di massima sicurezza di Nuoro.
Ma anche soldi, tanti, in cambio del trasporto in carcere di uno o più telefoni cellulari destinati al boss. È questa l’ipotesi degli investigatori che hanno arrestato questa mattina Carmela Mele, 45 anni di Napoli, sorella del boss detenuto di Pianura e – Salvatore Deledda, 38 anni, assistente capo della polizia penitenziaria residente a Siniscola, nel nuorese accusati di sospetta complicità nella fuga di Raduano lo scorso 25 febbraio.
L’agente ha incassato denaro, 1200 euro mentre alla sorella del boss della camorra 250 euro, in cambio dell’introduzione nel carcere di massima sicurezza di Badu ‘e Carros di Nuoro di telefoni cellulari.
I due arresti arrivano a pochi giorni dalla visita a Badu ‘e Carros della commissione Giustizia della Camera, dopo le denunce dei sindacati per i problemi di sicurezza e carenze di organico.
In tutto gli indagati sono 6, due dei quali a Napoli. Sono una dozzina i detenuti che, secondo le indagini, hanno beneficiato della distribuzione dei cellulari nel carcere da cui il 25 febbraio scorso e’ evaso il boss pugliese della Sacra Corona Unita, Marco Raduano.
La Squadra mobile di Nuoro ha intercettato cinque pacchi sospetti, spediti da Napoli dalla sorella del detenuto Mele: ognuno conteneva due-tre microcellulari o smartphone destinati non solo al fratello, ma anche ad altri reclusi, le cui comunicazioni sono ora oggetto d’indagine.
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