Una vittoria schiacciante, da predestinato. Dopo essere stato chiamato prima scelta al Draft 2022, Paolo Banchero sbaraglia la concorrenza, incassa 98 voti da primo posto su 100, e conquista il premio di ‘Rookie of the Year’ al termine della sua stagione d’esordio nella NBA.
Si tratta di un risultato prestigioso per il ventenne italo-statunitense di Seattle con passaporto italiano, protagonista di una regular season di alto livello con la maglia degli Orlando Magic.
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Il talento che l’Italbasket sogna di vestire con la maglia azzurra, ha aiutato i suoi Magic a passare dalle 22 vittorie della scorsa stagione alle 34 del club quest’anno, contendendo anche un posto nei play-in NBA. Con una media di 20 punti a partita, ha disputato 15 sfide con almeno 25 punti, altro record per un debuttante in questa stagione.
Numeri dunque da autentico fuoriclasse che entra a far parte di un’elite prestigiosa. Primo italamericano a vincere un titolo così ambito, Banchero è il terzo giocatore dei Magic a vincere il rookie dell’anno dopo Shaquille O’Neal nel 1993 e Mike Miller – suo attuale agente – nel 2001.
Banchero, durante la trasmissione TNT in cui c’è stato l’annuncio ufficiale, ha ricordato una conversazione che ha avuto proprio con Miller la notte del draft: “Mi ha guardato e mi ha chiesto se sarei stato il debuttante dell’anno”, ha affermato Banchero.
“Ho detto con sicurezza di sì. Era solo un obiettivo che ho sempre avuto, qualcosa che ho tenuto d’occhio dal momento in cui sono stato ingaggiato. Sono contento di essere stato in grado di farlo”.
Banchero è la prima scelta numero 1 a vincere il premio nella stagione subito dopo essere stato ingaggiato dai tempi di Karl-Anthony Towns nel 2016; Ben Simmons ha vinto il premio nel 2018, due anni dopo essere arrivato al primo posto.
L’italoamericano ha preceduto in classifica Jalen Williams degli Oklahoma City Thunder, secondo, e Walker Kessler degli Utah Jazz, terzo, che ha ottenuto gli altri due primi voti. Il titolo a Banchero non è stata dunque una sorpresa.
Sono in molti a ipotizzare un futuro di gloria per ‘Big Paolo’ sul quale l’Italia del basket, che negli ultimi mesi lo ha corteggiato, non ha ancora perso del tutto le speranza di vederlo in azzurro, visto la doppia cittadinanza ottenuta nel febbraio del 2020.
“I presupposti c’erano tutti, è stata prima scelta e quindi la strada era quella ed in salita perché i concorrenti erano tanti. Essere nominato Mvp è la conferma delle sue qualità e potenzialità, vista la giovane età. E dunque mi fa ben sperare per il suo futuro professionale e spero anche per la nazionale italiana. Anche se la vedo dura”.
Queste sono state le parole di Dino Meneghin, icona del basket nazionale, primo italiano ad essere scelto dalla NBA (nel 1970 fu chiamato all’11º giro, 182º assoluto, dagli Atlanta Hawks, ma non giocò mai nel campionato professionistico statunitense).
“La federazione ha fatto tutto il possibile, da Pozzecco al presidente federale c’è stata massima disponibilità e tutte le finestre e le porte erano spalancate – ha aggiunto l’ex ct dell’Italbasket -. Questa è una decisione che spetta esclusivamente a lui che deve capire se gli conviene giocare con la nazionale americana o con quella italiana”.
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