Mister Champions League: chi meglio di Carlo Ancelotti può fotografare e ‘giocare’ in anticipo l’atteso quarto di finale tra Milan e Napoli, due squadre che ha allenato con fortune e risultati diversi.
“Cosa pensiamo alla vigilia dei quarti di Champions? Si pensa di arrivare a vincerla, sapendo che ogni partita è un ostacolo difficile, duro e imprevedibile, la Champions è così.
Da parte di tutte le otto squadre c’è il desiderio di raggiungere la finale di Istanbul”, ha esordito l’allenatore del Real Madrid, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1.
Se fosse nello spogliatoio del Milan o del Napoli, cosa direbbe per preparare questa sfida.
“In questo tipo di partite i giocatori sentiranno la pressione, saranno motivatissimi, quindi non c’è bisogno di fare discorsi motivazionali. Il discorso da fare è legato alla strategia della partita – ha detto Ancelotti – cercando di dare indicazioni chiare e semplici ai giocatori, per farli sentire coinvolti e partecipi: è un modo anche per stemperare un po’ la pressione che inevitabilmente queste partite ti mettono addosso”.
Se è vero che dopo il sorteggio ha sentito Maldini e gli ha dato appuntamento a Istanbul. “È stato soprattutto un augurio al Milan al quale sono affezionato.
In realtà Milan-Napoli sarà una partita molto equilibrata – ha dichiarato – e molto incerta. Sarebbe bello ritrovarsi a Istanbul? Per il Real sì, credo anche per il Milan, ma tutti vogliono arrivare a Istanbul”.
Se il Milan-Napoli di campionato inciderà nella sfida Champions. ”No, credo di no, chi vive il calcio giorno per giorno sa perfettamente che ogni partita ha una sua storia particolare. Le partite sono determinate da piccole situazioni e piccoli dettagli che possono determinare l’andamento di una gara.
È anche il bello del calcio – ha detto Ancelotti – lo rende molto più imprevedibile. È difficile dire chi è più favorito tra Milan e Napoli: il Napoli sta avendo una stagione fantastica, il Milan più altalenante, arrivano a questa partita con motivazioni differenti, ma poi la motivazione sarà la stessa: quella di arrivare in semifinale”.
Sul Milan come ci arriva al doppio confronto col Napoli. “Nessuno è perfetto, ogni squadra ha i suoi limiti. Queste sono le partite dove devi cercare di evidenziare i limiti degli altri, più che limitare i tuoi. Non importa tanto come ci si arriva queste partite – ha aggiunto – quanto essere al 100% al livello emozionale”.
Attesissima la sfida tra Leao e Kvaratskhelia. “Sono due ottimi giocatori che stanno facendo benissimo. Due giovani con un grandissimo talento. Il problema non è tanto mostrare il talento, ma quante volte si riesce a mostrarlo.
Il calcio richiede questo”, ha dichiarato Ancelotti che invece sul futuro di Brahim Diaz ha detto: “Dovranno parlarne le due società, è un argomento che verrà discusso più avanti anche con il giocatore”.Negli ultimi anni c’è stata una grande alternanza in vetta alla classifica (Juve, Inter, Milan e ora Napoli), fa bene al nostro campionato.
“Sicuramente sì, rende il tifoso più appassionato di qualsiasi squadra, con l’egemonia della Juve la passione era calata un po’, così c’è molta incertezza e l’incertezza porta più passione da parte dei tifosi.
C’è da dire che il calcio italiano, con tutte le sue difficoltà, ha portato tre squadre ai quarti di Champions: non è poco”, ha ammesso. Sull’altro confronto Champions Benfica-Inter.
“Sulla carta il Benfica sta meglio, una squadra che ha fatto bene soprattutto in Champions, ma anche nel campionato portoghese. Una squadra solida. L’Inter non è favorita, ma ha la possibilità di riscattare una stagione altalenante. Arbitra Oliver? Lui è un grande arbitro, giovane, capace, poi nessuno è perfetto.
Ma in Europa l’arbitraggio è di ottimo livello – ha sottolineato – soprattutto in queste gare di Champions. Ci sono direttori di gara bravi, lasciano correre, ricorrono poco al Var. Basta dire che l’arbitro polacco Marciniak che ha diretto la finale mondiale ha dato due rigori senza ricorrere al Var.
È un modo di arbitrare diverso, migliore e che privilegia anche lo spettacolo”. Dal punto di vista arbitrale, cosa cambierebbe nel calcio di oggi, ”Devo dire la verità, non sono molto contento di come viene applicato il Var – ha replicato Ancelotti – in questo momento ha preso il sopravvento sulla decisione arbitrale, si ricorre al Var troppo spesso.
Era nato per ovviare a errori chiari ed evidenti, ma ora viene troppo richiesto il suo intervento, deve essere un po’ cambiato. Sui falli di mano c’è ancora molta confusione. Ci potrebbe essere l’idea di mettere il tempo effettivo per evitare questi maxi-recuperi.
Alcun cose si possono fare”.Capitolo futuro e le sirene dal Brasile. “C’è un bel detto che fa proprio al caso: le chiacchiere le porta via il vento, Ed è così, ho un contratto fino al 30 giugno 2024 e mi piacerebbe rispettarlo”, ha dichiarato.
Sul futuro per il figlio Davide, invece, ha detto: “Davide sta finendo il corso per allenatore di Uefa Pro in Galles, terminerà a maggio, poi potrà allenare qualsiasi tipo di squadra. Non sarà il Basilea, perché si trova bene qui e vogliamo continuare qui. Il giorno che avrà voglia di cominciare da solo, credo che lo farà e anche bene”.
Sul suo Real Madrid. “È una stagione molto, troppo esigente, ci sono troppe partite. C’è stato un Mondiale di mezzo con 15 giocatori nostri coinvolti, poi la Supercoppa di Spagna in Arabia, il Mondiale per club in Marocco a febbraio – ha detto – morale della favola dal 30 dicembre al 20 marzo abbiamo giocato ogni tre giorni. Nel campionato della regolarità, non siamo riusciti ad avere la continuità del Barcellona.
Il calendario è assurdo e anche lì bisognerebbe fare qualcosa. Ma abbiamo da giocare la finale di Coppa del Re e i quarti di Champions, la stagione è ancora aperta. E non dimentichiamo che abbiamo già portato a casa la Supercoppa Europa e il Mondiale per club”.
Infine Mancini e le difficoltà nel reperire attaccanti italiani. “Mancini ha ragione, è un dato di fatto, il calcio italiano non sta producendo attaccanti di livello internazionale. Deve andare a cercare di trovare giovani sconosciuti che ti possano dare qualcosa come Retegui nelle ultime due partite”, ha concluso Ancelotti.
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